Roma «schiaccia» il volley e lo perde
Il presidente, Massimo Mezzaroma, ha incontrato i giornalisti per comunicare i motivi della decisione. «Potevo emigrare in un altra città, fuori dalla regione, ma il progetto è nato a Roma, e per Roma, e se in questa città non riesce a vivere, allora è meglio chiudere qui». Il numero uno del sodalizio neroverde è fin troppo chiaro nel fotografare la situazione: «La dimensione del volley a Roma è quella di una serie B. Questo hanno dimostrato due anni di promesse, mai seguite da fatti concreti. Non c'erano prospettive». La questione dell'impianto di gioco, con l'indisponibilità del PalaTiziano, è solo l'indice delle motivazioni che hanno indotto la scelta di non giocare in A1. «In due anni - prosegue Mezzaroma - non è stato fatto il minimo passo in avanti, da parte di nessuno tra istituzioni e mondo imprenditoriale. Mi sento tradito dalla città. A nessuno qui interessa la pallavolo. L'appello lanciato due mesi fa è caduto nel vuoto. Fino a questa mattina». Già, perché in perfetto stile italico, ad un'ora dal termine dell'iscrizione ai campionati, sono piovuti copiosi gli inviti a proseguire, con tanto di assicurazioni di sostegno sotto varie forme. «Alle 11 mi ha telefonato il presidente federale per dirmi che avremmo potuto avere il Palazzetto gratis. Francamente, a quel punto era tardi. Mi piace fare le cose con programmazione, non improvvisando. E non mi va di passare per uno che abbaia, abbaia e poi non morde». Poi, dopo aver dichiarato di voler ripartire dalla serie B, il presidente apre lo spiraglio ad una speranza diversa. «Se tutte le promesse che ho ricevuto nelle ultime ore saranno messe nero su bianco, potremmo anche prendere in considerazione l'idea di fare l'A2. Il regolamento ci dà sette giorni di tempo; staremo a vedere. Se saranno passate le tempeste emozionali». Ma, al di là del futuro, l'amarezza per il passato è tanta. E Mezzaroma non ha voglia di risparmiare nessuno: «Ho sacrificato tempo e denaro alla famiglia e al lavoro per un sogno che mi è stato ucciso. In questa città ti levano l'acqua poco a poco... Ora qualcuno festeggerà, e non solo qui. Perché sono certo che in tanti sono felici che la Capitale sia sparita dalla serie A1: presidenti, giocatori, procuratori».