Donadoni

Dunque stanno tutti bene: dovrà soltanto scegliere, il cittì, nella speranza che stavolta il sentimento eviti di offuscare la ragione, che insomma gli insegnamenti del campionato non vengano cancellati da ipotetici debiti di riconoscenza o magari da ulteriori atti d'amore verso i colori a lungo rimasti nel cuore di Donadoni. Ma intanto si deve fare da spettatori plaudenti alla prima laurea, il Portogallo di Scolari già in grado di programmare le prossime tappe, cinque gol in due partite, sei punti, la conferma di un tasso tecnico elevatissimo. Sull'asse Deco-Ronaldo costruito il trionfo sui cechi: il primo tutto dedito all'Europa e forse all'Inter dopo l'anno sabbatico al Barcellona, l'altro reduce da stagione già illuminata da genio puro. Da rivedere la difesa, soprattutto sulle palle inattive, bene la Repubblica Ceca fino a quando è riuscita a tenere i ritmi altissimi, poi la differenza l'hanno fatta i campioni autentici, l'Europeo ha già una protagonista sicura. E sarà, quella di oggi, un'altra giornata dedicata al gioco dei ricchi e poveri, qualcuno dei primi a farsi due conti secondo opportunità di classifica, gli altri a giocarsi fievoli fiammelle di speranza, chi perde è già a casa. Destinato, il palcoscenico del Prater viennese, ai padroni di casa, compito difficile restare in vita di fronte alla Polonia, che qualche problema aveva pur creato ai tedeschi, prima di lanciarli con due figli suoi, Klose e Podolski, affascinati dal benessere prima che dall'orgoglio nazionale. Per fortuna di Bilic, non figurano croati nella Germania, in ballo il primato del girone, difficile che si possa privilegiare il minor danno: soprattutto da parte della Croazia, che nell'ultimo turno troverà i polacchi rilanciati dal prevedibile successo sulla finora impalpabile Austria, che finirà invece nelle fauci dei tedeschi lunedì sera a Vienna.