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Rino Tommasi PARIGI Qualcuno mi ...

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Nell'osservare la composizione delle semifinali di questa edizione del Roland Garros si notano due interessanti particolarità. La grande fedeltà alle gerarchie ed ai pronostici e lo spostamento geografico del baricentro tennistico nella vecchia Europa. Per anni il tennis ha vissuto sulla rivalità tra la scuola americana e quella australiana. Proprio qui a Parigi tra il 1948 ed il 1969 nel singolare maschile hanno vinto cinque volte gli americani, nove volte gli australiani, poi ci sono state 18 vittorie europee nei successivi 19 anni. Quando hanno concluso la carriera Sampras ed Agassi gli europei sono tornati a dominare vincendo 16 degli ultimi 17 tornei dello Slam. A conferma della nuova tendenza il tennis europeo ha monopolizzato le semifinali dei due tabelloni. Nel femminile abbiamo due derby, uno serbo tra Ana Ivanovic e Jelena Jankovic ed uno russo tra Svetlana Kuznetsova e Dinara Safina, che ha preso il posto di Maria Sharapova. La sorella di Marat Safin ha vinto due partite consecutive annullando un match point nel secondo set prima di dominare nel terzo. La Kuznetsova non ha avuto problemi contro l'estone Kanepi. Nel singolare maschile mentre Nadal e Djokovic domani si preparano ad un duello che si presenta come il match più affascinante di tutto il torneo, gli ultimi due posti per le semifinali sono andati a Roger Federer ed al francese Gael Monfils. Lo svizzero ha concesso il primo set ma poi ha controllato la partita con molta sicurezza. Sovvertendo le indicazioni del computer, Monfils ha battuto in quattro set lo spagnolo David Ferrer, che doveva sostituire Davydenko nel rappresentare in semifinale il tennis operaio. Il doppio è una specialità sicuramente in declino ma è giusto ricordare come Francesca Schiavone, dopo le delusioni del singolare, si sia qualificata, insieme all'australiana Casey Dellacqua per la finale del doppio.

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