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Italia di ferro

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E Donadoni firma per altri due anni

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Lo si è intuito ieri, quando Cassano ha abbracciato Chiellini sotto gli occhi di fotografi e cameramen come a sancire la pace dopo la frizione di ieri. Intanto, Donadoni si occupava della tranquillità dei suoi giocatori, chiedendo alla sicurezza di chiudere il passaggio tra spogliatoi e campo, per riproporre quel modello vincente della nazionale di Lippi: sorrisi interni e la maggior distanza possibile da venti esterni. Segno evidente che anche questa nazionale, come quella di Germania 2006, cerca il suo karmà nello spirito di gruppo. Per tutta la parte d'allenamento aperta alla stampa gli azzurri hanno poi dato vita a scenette, che sanno tanto di messaggio: guardate, siamo così, uniti e scherzosi. Dopo aver ostentato l'abbraccio di riappacificazione Cassano-Chiellini, la squadra si è poi lasciata andare ad hurrà ripetutì - le braccia alzate come a Berlino - attorno a Cassano, primo al termine di un minisprint tra le sagome. Poi ancora una finta lite inscenata dal doriano, con l'attaccante barese che ferma l'azione e fa finta di arrabbiarsi con qualcuno, e si rivolge a Donadoni frenato da Toni. Che fosse uno scherzo preparato si è capito dalla risata dei protagonisti. La fusione tra anziani di Berlino e nuovi innesti era già parzialmente riuscita nei due anni di cammino verso Euro 2008, ma si trattava solo dell'assemblaggio tattico. Ora si cerca il valore aggiunto di due anni fa, la capacità di essere squadra. Intanto a rendere, se ce ne fosse stato bisogno, ancora più sereno e motivato il gruppo la firma di Donanadoni che ufficializza il prolungamento del contratto del. ct sino ai Mondiali del 2010. Ieri le richieste di autografi dall'esterno - un vero must 2006 - hanno subito un freno. Nulla di vietato, ma non è tra le nostre priorità, dicono da dentro il ritiro, che finora lo staff vive come una «luna di miele». E in perfetta linea con il suo carattere,perfezionista, introverso ma non cupo, Donadoni ha scelto questa linea: tenere l'Italia il più lontano possibile dal frastuono, ma concederle il lusso di una risata in famiglia. In fondo Lippi vinse così, tra scherzi nel laghetto di Duisburg e patti azzurri. Finora, dal ritiro di Baden assicurano che non è stato siglato alcun accordo segreto. E a Donadoni almeno in questo non dispiacerebbe esser paragonato al suo predecessore.

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