De Rossi al cittì azzurro «Io e Pirlo, che coppia»
Due anni fa, il suo mondiale non fu solo gioia. «Quella gomitata in Usa-Italia e le 5 giornate di squalifica che mi presi sono state una lezione di vita - ha detto il romanista, che in azzurro per il ruolo deve fare i conti con Pirlo - Per tutti gli altri fu solo allegria e festa, per me molto altro. E per di più con l'obbligo di sorridere, per non fare pesare la propria tristezza. Però mi ha insegnato qualcosa, mi ha fatto crescere». Ora, all'Europeo l'Italia arriva con molta più tranquillità. «Ma da noi succede qualche casino almeno una volta ogni 2-3 anni, vuol dire che il prossimo capiterà prima del Sudafrica e noi quel mondiale lo rivinciamo...», è l'unica battuta che si concede un De Rossi fin troppo serio per la sua età, ma come prevede la sua maturità tattica di uomo leader in campo. «L'incompatibilità con Pirlo? Davvero non so dire da dove esca questa storia: Donadoni non l'ha mai dichiarata - ribatte De Rossi, uno dei pochi ad aver scelto da Coverciano di dormire in camera doppia, e guarda caso proprio col milanista - A prescindere dai nostri rapporti di amicizia, Andrea e io abbiamo giocato altre volte insieme, senza mai nessun problema». E con l'Olanda, si profila proprio questa ipotesi: un centrocampo a tre con Gattuso, Pirlo e De Rossi. «Non è detto che debba giocare un centrocampo tutto Milan o tutto Roma, queste mi sembrano stupidaggini», aggiunge De Rossi, riferito al reparto centrale fatto per metà (3 giocatori) di rossoneri e per l'altra metà di giallorossi. Quanto a un altro azzurro che per Roma è passato, Antonio Cassano, De Rossi resta cauto. «L'ho visto più magro di quando era con noi, decisamente più tirato. Sul piano tecnico non aveva granchè da migliorare. Per il resto, finora è andato tutto bene. Vediamo nei prossimi giorni...». Quel che è certo, per De Rossi, è la reazione della squadra al colpo Cannavaro: «Se c'è un giocatore che vorresti non perdere mai - dice - è il capitano. Lui è il nostro simbolo e il nostro pallone d'oro, incute rispetto agli avversari anche solo per la presenza in campo. Ma abbiamo reagito all'addio di Totti, reagiremo anche alla sua assenza». L'unico argomento che De Rossi preferisce evitare è il suo futuro, a lui però già chiaro. «Il rinnovo con la Roma è una formalità, ma parlar da qui del contratto mi dà molto fastidio - spiega - Deluso da come è andata alla Roma? E perchè dovrei. In questi anni di soddisfazioni con i Sensi me ne sono tolte tante, sono certo che continueranno, con o senza i miliardi, a far la loro parte. Roma è una città ambiziosa, i suoi giocatori sono ambiziosi. E non ci si può permettere di non continuare ad essere lì in prima fila». Anche se c'è Mourinho. «Antipatico? A me, sinceramente, no. Nel calcio certe cose girano e si sanno, e a me risulta che chi lo ha avuto sarebbe disposto a buttarsi sotto una macchina per lui. Non so se sarà più difficile per la Roma agguantare l'Inter, perchè in questi anni non l'abbiamo mai agguantata».