Donadoni promuove Cassano
«Da Cassano non mi aspettavo nulla di diverso: lui si sta comportando esattamente come tutti gli altri compagni», ha detto Donadoni a metà del suo cammino fiorentino; e le buone maniere riscontrate anche dagli altri azzurri - oltre alla brillantezza negli allenamenti - è già una piccola scommessa vinta per il commissario tecnico che ha rischiato di suo chiamando Cassano, obbligatoriamente sotto esame più di altri. La valutazione positiva che il commissario tecnico sta formulando è la premessa indispensabile per qualche accorgimento tattico che consenta alla nazionale di far sfoggio del talento di Cassano in campo, oltrechè di sfruttare la condizione di Del Piero fuori dalla gabbia di centrocampista esterno, a lui sgradita «Nel 4-3-3 vedo Alessandro in quella posizione, Antonio su tutte e due le fasce: come nella Samp quest'anno», ha chiarito il ct. Cassano ha perciò una carta in più nel modulo base: può giocare a destra con Di Natale a sinistra, per un'Italia molto offensiva, o a sinistra con Camoranesi a destra per una formazione più accorta. D'altra parte, Donadoni lo ha annunciato chiaramente, da questo pomeriggio al via prove di nuova Italia, rispetto al tradizionale 4-3-3. E se la difesa a tre (Panucci-Cannavaro-Chiellini) è test per situazioni d'emergenza, le alternative d'attacco hanno ben altro impatto. «Dobbiamo esser duttili, a secondo delle situazioni e dell'avversario - la spiegazione del ct - Proveremo la difesa a tre, le due mezze punte dietro la punta centrale, o anche due punte con un giocatore dietro». Cioè un 4-3-1-2 o un 4-3-2-1. Al di là dei numeretti rompicapo e della voglia di un'Italia camaleontica, la scelta ha una motivazione logica: dar spazio al talento di Cassano e alla forma di Del Piero. «Loro due possono giocare insieme, basta che ne siano convinti», aveva detto Donadoni al primo giorno di ritiro. E se Di Natale a ragione rivendica i suoi diritti acquisiti (e il suo ruolo di titolare nel 4-3-3 non è in pericolo) ecco che le nuove soluzioni sembrano studiate a pennello: Cassano è in grado infatti di agire da trequartista libero da compiti tattici dietro due punte (Toni-Di Natale o Toni-Del Piero), ma anche da mezza punta laterale con Del Piero come suo opposto. È esattamente quel che Donadoni ha provato nell'allenamento a porte chiuse del pomeriggio, tutto incentrato su lavoro tattico: i giocatori si sono disposti a coppie per ogni ruolo, e il barese ha occupato più posizioni negli schemi d'attacco. «Se sono sorpreso dal comportamento di Antonio? No, da lui non mi aspettavo nulla di diverso. E d'altra parte con me si è sempre comportato bene», ha poi detto Donadoni. «Quanto alla maglia, ha scelto la 18: il problema del 10 non mi pare ci fosse, Cassano sarebbe venuto in nazionale anche se gli avessero assegnato una maglia senza numero». Nessun problema, assicura infine Donadoni, neanche sulla firma del contratto, peraltro annunciata da Abete entro una decina di giorni a partire da domenica scorsa. «Non ho firmato solo perchè il presidente è partito per Sydney».