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Tiziano ...

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Telefoni e fax sono stati regolarmente accesi anche ieri, ma d'oltreoceano non è arrivato il benché minino squillo: il segnale è chiaro, Soros non è più interessato alla Roma. Troppe pressioni, forse troppo rumore attorno a una vicenda che il magnate americano voleva andasse in tutt'altro modo. Spiragli per una riapertura al momento pochi o nulli, ma l'ultimo a voler mollare è ancora Joe Tacopina, stretto collaboratore di Soros, che nei prossimi giorni sarà a Roma: probabilmente già domani. È l'ultima carta possibile affinché la partita si riapra in questo direzione. Alternative al momento poche, anche se gli advisor che hanno in mano tutti gli incartamenti, si stanno muovendo per trovare un altro acquirente credibile: e tra gli altri si parla di nuovo dell'americano Fischer che già nei mesi scorsi era stato accostato alla Roma. Intanto le banche premono e Unicredit continua a farsi sentire costantemente con l'attuale proprietà per avere l'atteso piano di rientro. Così come iniziano le grandi operazioni di mercato, stavolta calcistico, delle altre società che la Roma non può ancora iniziare proprio perché questa vicenda tiene tutto in sospeso. E mentre proseguono gli accertamenti della Consob sul caso «As Roma», il titolo continua con oscillazioni impressionanti. Le azioni, al centro delle prese di beneficio dopo il +17% messo a segno alla vigilia, hanno subito ieri una flessione del 15,5% a 1,301 euro, a fronte di 6,24 milioni di pezzi passati di mano, pari al 4,7% del capitale. Con la seduta di ieri, la capitalizzazione di Borsa del club giallorosso si è ridotta a 172,4 milioni di euro, rispetto ai 204 milioni della chiusura di ieri, bruciando quindi circa 32 milioni di euro.

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