Paolo Dani FIRENZE Il muro di Berlino è caduto da ...
Semplicemente, fa i conti con gli acciacchi e l'età avanzante della difesa azzurra, e mette le mani avanti a chi si aspetta un bis puro e semplice di quel che successe al Mondiale di due anni fa. «Il muro di Berlino è caduto da un pezzo - dice riferendosi alla difesa di ferro dell'Italia campione del mondo - l'età avanza e credo che quel che ci è riuscito in chiave difensiva al Mondiale sia irripetibile, o per lo meno difficilmente imitabile». In effetti, quell'Italia incassò in sette partite, solo due gol: un'autorete di Zaccardo e il rigore di Zidane in finale. A conti fatti, zero reti su azione avversaria. C'era Cannavaro che avrebbe poi vinto il Pallone d'Oro, c'era «un Materazzi in condizioni eccezionali», c'era ancora Nesta. E poi c'era - ricorda Buffon - «una squadra che difficilmente faceva passare l'avversario, sin dai primi metri: dalle nostre parti arrivavano sempre e solo palle sporche». Stavolta invece Cannavaro viene da due stagioni incerte in Liga, Materazzi da un anno nero, e lo stesso Buffon ha rischiato di saltare l'Europeo per i problemi alla schiena, per i quali in azzurro ha l'assistenza di un chiropratico: «Il peggio è passato - la spiegazione di Buffon - Ho giocato tre quattro partite di seguito, se sono riuscito quest'inverno a scendere in campo a Udine, quando mi sembrava impossibile per il dolore, allora vuol dire che le posso giocare tutte». Nello staff azzurro la preoccupazione per le condizioni del portiere non sono comunque del tutto dissolte, considerato che in Svizzera si giocherà una partita ogni quattro giorni. Il pensiero di Buffon è invece a un Europeo che offrirà maggior lavoro in difesa. «Ci sarà da soffrire di più, ma basta anche solo avvicinarsi alla perfezione del Mondiale per correre pochi rischi...». Non è dunque una resa e tanto meno il segno di un appagamento. «Toni dice che se vinciamo l'Europeo entriamo nella storia? Veramente, già ci siamo: ripetersi a Vienna dopo Berlino sarebbe unico - ammette il portiere - Io mi ritengo già fortunato ad aver vinto un Mondiale, ma non appagato. Siamo la squadra da battere, e questo ci dà orgoglio: alla sfida con la Francia penso già eccome, è una partita a scacchi senza fine. Vedrete, alla vigilia ci sarà il solito pepe». Buffon è già pronto.