Un degno finale di stagione
Gran primo tempo per la Roma, ispirata da un Perrotta in vena straordinaria, forse esiguo il minimo vantaggio, ma dopo che lo stesso Perrotta sembrava avere messo in ghiaccio la partita, l'orgoglio di un'Inter priva di molti pezzi da novanta ha procurato i brividi che una finale del genere aveva del resto in copione. L'assedio finale non ha prodotto, dopo il palo di Burdisso, autentiche occasioni da rete. Ma dopo un recupero interminabile Spalletti e i suoi hanno potuto alzare la Coppa davanti al loro pubblico e anche ai tanti interisti giunti da Milano, nel clima sereno che i due capitani avevamo invocato. Restano negli occhi i fantastici gol di Mexes e Pelè, ma anche gli alti toni agonistici mitigati da qualche parentesi di apprezzabile fai-play. Per ora esulta la Roma, per le rivincite che contano ci sarà tempo. Potrebbe avere rappresentato, questo ultimo appuntamento stagionale all'Olimpico romano, la conclusione di due cicli storici, in piena sincronia. Roberto Mancini conoscerà o farà conoscere in tempi brevi, a seconda dei casi, la conferma del suo legame all'Inter o una destinazione che sarebbe prestigiosa. Per la Roma, sarà forse stato il passo d'addio a chiudere il lungo matrimonio con Franco Sensi e la sua famiglia, celebrato quindici anni fa. Per un cammino a braccetto, con quei momenti difficili che tutte le coppie prima o poi affrontano, ma soprattutto con tanti accenti gloriosi, i trionfi e non ultima la splendida stagione andata in archivio ieri sera. Sempre che Massimo Moratti e George Toros non modifichino un atteggiamento abbastanza delineato in questi ultimi giorni. Con tanta riconoscenza: da chi, tecnico senza retroterra, ha trovato, e sfruttato, un'occasione irripetibile. Da chi, il popolo romanista, è stato salvato dal naufragio da un uomo che gli ha consentito una navigazione confortata da sogni bellissimi.