Non ne vogliono sapere, gli eterni ...
La finale di Coppa Italia, la quarta consecutiva tra le due più forti squadre del panorama nazionale, non rappresenta logicamente una rivincita, quella dovrà essere rinviata al nuovo appuntamento per lo scudetto, nell'auspicio che non si verifichino ulteriori squilibri di forze, vista l'attività sul mercato delle milanesi e della ritrovata Juve. Ci tiene comunque molto la Roma: anzitutto per onorare la scelta dell'Olimpico come sede fissa dell'evento conclusivo, poi per raggiungere gli juventini sulla vetta dell'albo d'oro. Ma anche l'Inter ha le sue forti motivazioni e parte con il vantaggio della serenità: dovesse perdere, avrebbe l'esito del campionato a nobilitare la sua stagione, in caso di vittoria legittimerebbe una supremazia messa in dubbio da qualche episodio preso per mano dalla buona sorte. Ma protagonista dovrà essere la città, si attende una lezione di civiltà ad avvilire i soliti mestatori interessati che vorrebbero trasformare la serata in un pretesto per gratuite violenze. Gli appelli al buonsenso che i due capitani hanno firmato vanno accolti senza riserve, per onorare un evento che vedrà in tribuna la più alta carica dello Stato. Poi, in uno scontro diretto, non è detto, lo ha testimoniato la finale di Champions, che debba vincere il migliore, è invece fondamentale che il verdetto del campo, in qualsiasi direzione espresso, venga accolto con ammirevole compostezza. La sua festa, la Roma la meriterebbe comunque, dopo una stagione di altissimo livello.