Sensi disposti a trattare, ora tocca a Soros
L'input di riaprire la trattativa con Soros è arrivato da Villa Pacelli, la situazione può decollare la prossima settimana anche se adesso i ruoli sembrano invertiti: il venditore è più deciso del compratore. Tutta da verificare, infatti, la volontà del magnate americano di riaprire la partita. Ma il prossimo arrivo a Roma dell'amico-avvocato di Soros, Joe Tacopina, e i nuovi contatti tra gli emissari americani e il legale dei Sensi, Gianroberto De Giovanni, vanno interpretati come segnali positivi. Anche nella giornata di ieri si sono registrati passi in avanti e tra i protagonisti dell'affare c'è un rinnovato ottimismo. Gli advisor dell'imprenditore ungherese continuano a lavorare, difficile che lo facciano a vuoto. Dopo la brusca frenata di aprile, stavolta le condizioni vogliono dettarle gli americani. L'offerta resta invariata: 283 milioni di euro per il 100% delle azioni di A.S. Roma, di cui circa 210 finirebbero nelle tasche dei Sensi. Che poi li utilizzerebbero per risanare una buona parte dell'esposizione nei confronti delle banche. Soros non ritoccherà l'offerta e solo su invito uffiale dei Sensi invierà nuovamente i suoi emissari nella Capitale mercoledì o giovedì prossimo. In quel caso l'affare si può chiudere in due giorni. Stavolta dall'altra parte del tavolo, però, non dovrà esserci solo l'avvocato De Giovanni: gli advisor vorrebbero limare gli ultimi dettagli direttamente con la famiglia Sensi. Senza disturbi di altre cordate, arabe o americane che siano. In questo senso le ultime manovre (reali?) dell'imprenditore Follieri rappresentano solo un intralcio. Oltre a clausole di rilevanza minore, un nodo da sciogliere è il possibile ruolo di Rosella nel nuovo assetto societario. Difficile che Soros la confermi come amministratore delegato, si può invece discutere sulla presidenza onoraria. O un posto nel cda. Nel progetto americano la struttura dirigenziale non verrebbe rivoluzionata ma comunque potenziata. E Tacopina, che conosce bene Roma e la Roma, è uno dei candidati a una «poltrona» importante. Spalletti, il suo staff e la rosa attuale sarebbero delle ottimi basi di partenza. Con due-tre innesti di livello la squadra sarebbe pronta a rilanciare la sfida all'Inter in Italia e alle inglesi in Champions. Unicredit resta alla finestra e non può intervenire fino alle prime scadenze del piano di risanamento firmato da Banca di Roma. Ma Italpetroli non sembra in grado di rimborsare entro metà settembre i 130 milioni di euro previsti nella prima fase del piano. Ieri, entrando all'assemblea di Confindustria, l'ad di Unicredit, Alessandro Profumo, si è limitato a precisare: «Io non c'entro nulla con la Roma». Dopo aver presentato il suo ultimo libro a Londra, Soros è invece rientrato a New York. In attesa di sciogliere le ultime riserve.