Mudingayi: «Resto se cambia qualcosa»
Il mediano è pronto a rispondere alla convocazione della nazionale belga che il prossimo 30 maggio sfiderà l'Italia a Firenze. Non conosce ancora ciò che succederà nei prossimi giorni, ma ha le idee ben chiare. Mudingayi, che sarà del suo futuro? «Non so ancora nulla, mi sto preparando per rispondere alla convocazione della nazionale». É stato un anno difficile per la Lazio. «É stato un campionato difficile, la squadra ha alternato partite belle a prestazioni meno convincenti. Ma posso garantire che l'impegno dei giocatori non è mai mancato». É stata una stagione difficile anche per Lei. Resterà alla Lazio? «Per esprimermi al meglio ho bisogno della fiducia di tutti, allenatore compreso. In questo campionato stavo crescendo ulteriormente, sia dal punto di vista tecnico che tattico. poi, da un giorno all'altro sono stato fatto fuori, senza un motivo, senza una parola. Ed è questa la cosa che mi ha fatto più male. vedremo cosa succederà adesso». Lei è molto legato all'ambiente Lazio. «La Lazio è una grande squadra, al pari di Inter, Milan, Juventus: qui sono cresciuto molto, e ho avuto la possibilità di farmi conoscere. Se devo andar via, andrò via, ma lo farò con grande rammarico». Se la sente di lasciare un messaggio ai tifosi della Lazio? «Niente messaggi perché nonostante tutto mi sento ancora un giocatore di questa squadra». Da cosa dipende il suo futuro in biancoceleste? «Non ho mai fatto storie per la panchina, e non ho mai chiesto la luna. Chiedo solo di essere considerato come giocatore, come uomo: continuano a dire che sono un calciatore importante, ma lo devono dimostrare con i fatti, non a parole. Nel girone di ritorno ho giocato pochissimo, non meritavo di essere accantonato senza neppure una spiegazione, una parola». E dove andrà a giocare? «Questa è una cosa che devo ancora decidere, ma mi piacerebbe andare in Inghilterra. il calcio inglese è adatto alle mie qualità, in Premier League non prenderò mai 12 cartellini gialli per il mio modo di giocare». Non le dispiacerebbe lasciare l'Italia? «Ho un legame meraviglioso con la gente, prima di venire a giocare nella Lazio mi avevano parlato dei tifosi, e del problema del razzismo. Ora posso dirlo: sono tutte chiacchiere, ho un rapporto stupendo con loro che mi hanno accolto nel migliore dei modi e mi sono stati molto vicini anche quando mi sono rotto la gamba. Nell'ultima partita che ho giocato - contro il Palermo n.d.r. - sono entrato in campo negli ultimi minuti, e anche lì mi hanno incitato. Pensi che su You Tube c'è il coro che i tifosi della Lazio mi dedicano allo stadio. É una cosa di cui vado orgoglioso». Come si sente? «Sono deluso per quello che è successo, ma felice per quello che sono riuscito a dare alla Lazio in questi tre anni».