Paolo Dani MILANO Svegliarsi con uno scudetto in ...
E anche con una battuta a uno dei tanti tifosi che di prima mattina lo aspettano sotto il suo ufficio per applaudirlo e gli chiede se punta a vincere anche la finale di coppa Italia. «Io ci manderei i ragazzini...», risponde con una punta di polemica il presidente dell'Inter, guadagnandosi l'apprezzamento del sostenitore («Bravo, bravo!»), ma rischiando di rendere ancora più difficili i rapporti con la Roma. In realtà Moratti non ha alcuna intenzione di replicare il gesto del padre Angelo che, per protesta contro la Federcalcio, nel 1961 ordinò a Helenio Herrera di schierare la Primavera in una gara di campionato contro la Juventus. Per l'Inter finì con un disastroso 9-1 che passò alla storia per il primo gol di Sandro Mazzola, allora esordiente in nerazzurro, che oggi non vorrebbe rivivere da spettatore una simile mossa. E infatti, poche ore dopo, lo stesso Moratti chiarisce tutto. «Era solo una battuta, nel modo più assoluto rispetteremo la coppa Italia - frena il numero uno nerazzurro -. L'importante è non esagerare nel drammatizzare questa partita fra due squadre che hanno fatto un campionato bellissimo, che spero si giochi senza rabbia. La Roma è stata fantastica, ha realizzato un sacco di punti giocando bene». Nella sua strategia distensiva, il numero uno di Palazzo Durini assolve anche il giallorosso Daniele De Rossi, che ieri ha parlato di 'campionato falsatò. «Capisco che quando finisce un campionato si può avere dentro tante cose da dire, specialmente se si è fatta fatica e si pensa di averlo meritato come De Rossi. Tutti quelli che partecipano a una competizione lo pensano, poi c'è solo uno che vince. Il calcio è fatto così». Per il presidente nerazzurro, quelle che arrivano da De Rossi sono solo esternazioni causate dalla frustrazione di chi ha perso: «Non si può essere pignoli su quello che dice un giocatore a fine partita, stanco, arrabbiato e dispiaciuto. Quindi - assicura Moratti - non c'è nessuna critica nei suoi confronti, anzi comprensione».