Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Inter unita sullo «scandalo»: solo lavoro e amicizia

Mancini

  • a
  • a
  • a

Perchéanche se non ha mai avuto alcun incarico ufficiale all' interno della società di via Durini, da oltre 30 anni Brescia frequenta la Pinetina e tutti i giocatori e i dirigenti lo conoscono. Inevitabile, quindi, la presenza delle voci di protagonisti presenti e passati dell'Inter nelle sue conversazioni telefoniche intercettate dai Carabinieri del Ros nell'ambito di un'inchiesta su un traffico di droga iniziata due anni e mezzo fa. Da Mancini a Mihajlovic, da Altobelli a Salsano, nessuno forse lo sapeva e di certo nessuno ha commesso qualcosa di illecito, ma dirigenti e giocatori nerazzurri hanno aperto le porte della Pinetina a un uomo che ha subito condanne per concorso in rapina, ricettazione e concorso colposo in omicidio. Con una pena, per quest'ultimo reato, di quattro anni che sta ancora scontando in regime di semilibertà e che lo costringerà a passare ancora 15 notti nel carcere di Como. «Solo rapporti di lavoro e amicizia con professionisti seri», spiega Brescia che, in una dichiarazione all'Ansa, si rammarica del fatto che «questa vicenda venga strumentalizzata in un momento così delicato per loro». È chiaro, infatti, che la settimana per l'Inter non è di quelle normali e il sospetto che ci sia molto di sportivo nella tempistica della fuga di notizie è più che diffuso in via Durini. «Non abbiamo alcun commento da fare. Posso solo precisare che Brescia non ha avuto mai alcun rapporto di lavoro con l'Inter», è la precisazione della dirigenza nerazzurra, proveniente dall' ad Ernesto Paolillo. In serata ci ha pensato Moratti a chiarire la situazione. «Non è una questione molto importante ed il fatto è stato strumentalizzato. Io non mi preoccupo e difendo i miei giocatori» ha detto il presidente ricevendo con il sorriso il Tapiro d'oro da Striscia la notizia. «Da quando lo avete dato a Montezemolo la Ferrari vince sempre? Ho pensato la stessa cosa ed è la ragione perchè l'ho preso». Brescia era sì «il sarto delle emergenze», come lo definisce il responsabile del Centro Coordinamento Inter Club Fausto Sala, ma era anche in grado di procurare oggetti di lusso come macchine e orologi a prezzi scontati tramite il suo socio in affari Daniele Bizzozzero, latitante a Montecarlo e poi arrestato a Parigi.

Dai blog