Impossibile fermare le due maree ultrà
Perché mancare alla partita più importante della stagione proprio non è possibile. Lo hanno annunciato anche i tifosi dell'Inter quando sono venuti a sapere che il prefetto di Parma aveva vietato anche a loro la trasferta: «Noi ci saremo, magari fuori lo stadio, ma ci saremo». Divisi nella corsa scudetto, ma uniti nel tentativo di aggirare divieti e restrizioni. Anche se per i nerazzurri sarà più facile raggiungere la città emiliana. Chi sicuramente ci sarà domenica pomeriggio al Massimino saranno i tifosi giallorossi residenti in Sicilia e a Catania in particolare. Per loro l'ostacolo è più facile da superare e il Roma Club Catania lo ha già annunciato: «Ci mescoleremo ai tifosi siciliani. Non perderemo la partita per niente al mondo». Per capirlo ieri bastava accendere le radio o fare un giro per la rete. C'è chi scrive: «Io a Catania vado lo stesso. Se gli interisti vanno a Parma nonostante tutto perché noi non possiamo andare?». Qualcun altro stempera l'entusiasmo: «È troppo rischioso. A Catania ci aspettano e poi che senso avrebbe andare giù e magari non potersi neanche permettere di mettersi la sciarpa?». Sulla stessa lunghezza d'onda la sponda nerazzurra del tifo organizzato. Anche gli interisti di «saltare» l'ultima sfida di campionato non ne vogliono sapere. «Sia chiaro che domenica, piaccia o no, ci sarà comunque un'invasione pacifica - si legge nel sito internet dei tifosi della Curva Nord dell'Inter - la nostra voce, dentro o fuori dallo stadio, dovrà essere un boato». Intanto sono molti gli ultras dell'Inter che considerano il presidente della Lega, Antonio Matarrese, il principale responsabile della decisione del prefetto di Parma di chiudere il settore ospiti del Tardini domenica prossima. E sono in molti a chiedere di spostare la finale di coppa Italia in campo neutro. La Roma, invece, pensa a come organizzare una trasferta sicura domenica a Catania: la società ha prenotato tutte le camere di un albergo che sarà presidiato dalle forze dell'ordine.