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E se l'ex velina interista «sfianca» il fenomeno parmense?

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Dal Trullo al Tiburtino, dal Casilino alla Garbatella, non c'è bar, chiosco o porchettaro dove non imperi il cruciale pissi-pissi: «Quella lo manna ai pazzi, inmmodochè domenica nun se regge 'npiedi». Traduzione: esiste il fondato rischio che la musa interista sottoponga a uno sfiancante training erotico il suo amorzinho carioca, pur di scongiurare l'eventualità che il partner (che di suo già deve affrontare la grana di una possibile retrocessione) offra una prestazione superlativa contro la tremebonda difesa nerazzurra. L'alternativa, ancora più subdola, è che la Canalis si cali nei panni di Lisistrata, e minacci uno sciopero sessuale a oltranza in caso di gol decisivo dell'attaccante parmense. Scenari, entrambi, che molto inquietano i supporter giallorossi, che mentre buttano nel gargarozzo una fojetta di bianco della casa e infilzano stecchini nelle olive come neanche i banderilleros nel toro, discettano su quel remoto alcova: «È mejo se je la (censura) o è mejo se lo fa strippà fino a lunedì»? Toni aulici, con echi che vanno dalla tradizione cavalleresca della «Chanson de Roland» fino a sfiorare quella più pedestre di «Ronald». Rivelava infatti, tempo addietro Miss Controcampo: «Cerco un uomo forte, deciso, tenace. E soprattutto uno che accetta anche il lato maschio di me». Trasalimento degli interlocutori, imbarazzo, sconcerto: il lato maschio? Ma Elisabetta, donna di sontuosa venustà, precisava con un sorriso killer: «Sì, voglio dire il mio non essere sempre perfetta; uno che mi trova affascinante anche quando vado dal panettiere sotto casa in tuta e scarpe da ginnastica. Io detesto dovermi sempre mettere in ghingheri». Erano i giorni del paparazzato flirt con Didier Drogba, marcantonio anche lui nero del Chelsea, molto dopo il romanzone rosa con Bobo Vieri e prima della chiacchierata alba sulla spiaggia in compagnia di Valentino Rossi. Soffia l'oste del Pigneto: «Ma de tutte le figurine Panini proprio cò uno che ce serve, questa se doveva da fidanzà?». E per meglio far afferrare il concetto agli avventori, trova che è «come se, dionunvoja, la Ferillona se fosse 'mprofumata pè Edusei, l'africano der Catania». Perché nessuno se ne fa una ragione, delle traiettorie imperscutabili del Destino, che ha lavorato come un beffardo sceneggiatore sull'ultima di campionato. Quella dove ci tocca pure fare i voyeur tra le lenzuola di un'ex Velina e del suo semiasso nel Ducato.

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