Paolo Dani MILANO Non è il 5 maggio, ma poco ci manca. Era ...
Invece l'Inter conosce l'ennesima giornata da psicodramma totale, facendosi bloccare sul 2-2 dal Siena al termine di 90' con momenti tragicomici ed emozioni che nessuno poteva prevedere. Il protagonista non poteva che essere Marco Materazzi, cioè il miglior giocatore a due facce del campionato: campione del mondo con gol in finale e autore dell'errore dal dischetto che potrebbe essere decisivo per lo scudetto. Ma non solo: il difensore nerazzurro cade da solo e la sua schiena si materializza dal nulla per ribattere un tiro a botta sicura di Cruz. «Che ci fai lì?», gli urla Mancini incredulo. «Ce l'ha fatta perdere» dice Moratti dopo il rigore sbagliato. Non è andata come l'anno scorso, quindi, quando Materazzi segnò il rigore e anche l'altro gol che servirono all'Inter per battere il Siena e vincere lo scudetto. E con il pareggio odierno, sono 7 i punti che la Roma ha rimontato ai nerazzurri in cinque giornate. Incredibile e imprevedibile, ma quando c'è l'Inter, tutto è possibile, il 5 e anche l'11 maggio. E il fantasma dello scudetto perso nel 2002 sarà completo quando domenica prossima Zanetti e compagni si ritroveranno di fronte Hector Cuper alla guida di un Parma con un piede in serie B ma ancora in lotta per salvarsi. Massimo Moratti voleva evitare tutto ciò: «No, Cuper no, vi prego», diceva in settimana commentando un'eventualità che sembrava davvero remota e che invece si è concretizzata al termine del più classico pomeriggio da pazza Inter. C'è tanta follia nerazzurra, ma il merito va anche al Siena di Mario Beretta che mantiene tutte le promesse fatte in settimana e che non fa nessuno sconto. Maccarone e Kharja sono i suoi uomini chiave non solo per i due gol, ma anche per lo spirito che danno a tutti i loro compagni che lottano fino all'ultimo minuto, dando una grandissima prova di sportività. Difficile invece trovare la definizione giusta per l'occasione sprecata dall'Inter: due volte in vantaggio, due volte raggiunta, fino al rigore tutto sommato generoso che poteva rimettere tutto a posto e dare al popolo nerazzurro la tanto attesa festa. Poteva. Perché Manninger sceglie il lato giusto e respinge il tiro di Materazzi, e poi a nulla serve il forcing finale perché il Siena mantiene la lucidità sufficiente per portare a casa un meritato pareggio.