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Il presidente del Coni Petrucci vede «azzurro»

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É stato lo stesso presidente Berlusconi ad affermare in prima persona che il Coni dovrà essere finanziato con 450 milioni di euro: ritengo sia una cifra sufficiente per portare avanti l'intero movimento sportivo del Paese. Ovviamente ci dovremo guadagnare questa autonomia con dei controlli seri e rigidi e con i risultati». É l'anno delle Olimpiadi. Come arriva l'Italia a questo appuntamento? «Le Olimpiadi rappresentano la manifestazione più importante al mondo, è un evento che tocca ogni angolo del globo terrestre. Non faccio pronostici, è impossibile farne. Ci sono colossi per densità di abitanti ed espansione contro cui non è semplice gareggiare. Come al solito, la nostra rappresentativa sarà tra le più forti al mondo, com'è sempre stata. faremo bella figura, spero. Noi abbiamo un distintivo in più che è quello del codice etico firmato da atleti, tecnici, medici e dirigenti. Perchè le altre nazioni non lo fanno?». La battaglia al doping è una sfida in primo piano. «Andate a vedere quanti controlli antidoping facciamo in Italia rispetto alle altre nazioni. Chiedete ai giocatori che giocano nei campionati esteri quanti controlli fanno in un anno. Il Coni fa oltre 12 mila controlli ogni anno. Nel 2007, abbiamo fatto 363 controlli a sorpresa ai calciatori. Nel 2008 abbiamo fatto 40 controlli antidoping ai calciatori». Chi sarà il portabandiera azzurro? «Abbiamo almeno otto candidati. Aspettiamo le ultima gare di qualificazione alle Olimpiadi in cui è impegnato - tra gli altri - anche Antonio Rossi. Scegliere prima delle ultime gare di qualificazioni sarebbe ingiusto. Rossi, Magnini, Sensini, Vezzali, Idem, Rosolino, Montano, Bettini: abbiamo l'imbarazzo della scelta, la nostra forza è proprio questa». Cosa pensa di chi ha proposto il boicottaggio delle Olimpiadi per la questione tibetana? «Il boicottaggio non ha mai risolto nessun problema. Nessuna nazione al mondo lo ha proposto. Noi siamo stati chiari fin dall'inizio. I nostri atleti sono liberi di esprimere il loro punto di vista, ma sui siti di gara tutti dovranno rispettare le regole del Cio. Abbiamo ricevuto in settimana una lettera del Comitato Olimpico che impone agli atleti di indossare solo ed esclusivamente la divisa olimpica. Anche la nostra autonomia è legata al Governo, abbiamo il dovere di ascoltare anche i nostri politici». Cosa si aspetta dal governo Berlusconi? «Ci ha sempre trattato bene e sono convinto che continuerà a farlo. L'onorevole Berlusconi e il dottor Letta sono stati straordinari con noi, non potremmo avere noi migliore squadra al comando nostro. Non lo dico adesso, lo avevo già detto prima delle elezioni». Cosa chiederà al Governo? «La diffusione maggiore della pratica sportiva e l'intervento nella scuola. Se noi avessimo nella scuola le ore di educazione fisica che hanno a disposizione negli altri paesi d'Europa, saremmo primi al mondo, perchè noi siamo dei fenomeni! In Italia ci sono sessanta milioni di abitanti, abbiamo un'estensione geografica minore rispetto a Francia, Germania, Russia. In proporzione al numero di abitanti e all'estensione del paese, i risultati dello sport italiano sono dei risultati fenomenali». La mancanza di cultura sportiva, secondo Lei, è una reazione al ventennio? «la cultura, in passato, pensava che il muscolare fosse meno preparato del dotto: i fatti hanno dimostrato il contrario. Anche nel giornalismo, erroneamente, gli sportivi venivano considerati professionisti di serie B rispetto al resto del corpo redazionale. E questo non è affatto vero: parliamo di Gianni Brera, autore di un'enciclopedia, di Antonio Ghirelli che è stato capo ufficio stampa al Quirinale sotto la presidenza di Sandro Pertini, di Giovanni Arpino, scrittore di grande spessore. Questi sono uomini che hanno scritto la storia del nostro Paese». Cosa si può fare per accrescere la cultura sportiva? «Noi possiamo far poco, non rientra nei nostri compiti istituzionali. Il Coni come statuto ha il compito di preparare gli atleti per le Olimpiadi e per le gare internazionali. Abbiamo fatto dei passi in avanti. Negli sport di base come la ginnastica e il nuoto si sono triplicati i tesseramenti, così come nel rugby. Oggi i padri di famiglia non pensano più a far fare i calciatori ai propri figli: il calcio resta lo sport più popolare del paese, ma le piscine e le palestre sono piene. Siamo migliorati molto per la diffusione della cultura sportiva. Veltroni ha fatto molto per lo sport a Roma, Alemanno sono convinto che farà altrettanto: era con noi ad Atene, ha partecipato con discrezione e sensibilità, ha una grande cultura sportiva». Pechino 2008: che Olimpiade si aspetta? «Sarà l'Olimpiade più bella di sempre. Noi non faremo delle scelte, ogni disciplina avrà per noi la stessa importanza. Incanalarci in una specializzazione per una sola disciplina sarebbe costosissima e, in ogni caso, dovremmo competere come tutti gli altri. Un tempo dicevano che gli italiani erano primi solo sul tiro e la scherma. Oggi noi siamo competenti in gran parte delle discipline sportive. La provincia di Roma è la città con più atleti che avranno modo di rappresentare l'Italia a Pechino. Resta concreta la possibilità di una futura candidatura olimpica per l'Italia? «É un sogno che stiamo inseguendo da tempo e che vorremmo concretizzare. Il nostro paese abbiamo tali potenzialità che avremmo sicuramente successo: organizzativamente siamo bravi. Per il momento speriamo di portare in Italia i Mondiali di basket del 2014: organizzeremo i Mondiali di nuoto nel 2009, quelli di pallavolo, e quelli di ciclismo». Che fine farà l'ostello della gioventù del Foro Italico? «Non abbiamo mai detto di voler sfrattare l'ostello. Il contratto scade a ottobre, loro stessi ci hanno sottolineato l'inadeguatezza delle strutture chiedendoci di aiutarli a trovare una nuova collocazione. Se vogliono restare possono farlo rinegoziando gli accordi».

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