«Voglio la coppa»
Ma i giallorossi hanno un ultimo ostacolo che li separa dall'evento in programma il 24 all'Olimpico: il Catania. Stasera Spalletti & Co. andranno al Massimino per difendere l'1-0 dell'andata. Al suo terzo anno in giallorosso il tecnico si tiene ben stretta la Roma. «Una squadra importante, con la mentalità giusta - dice - non stacca mai la spina: questo fa la differenza ed è ciò che fa grande una squadra». E quest'anno ci sarebbe in più il gusto di giocarla all'Olimpico questa finale. «Quando è pieno - dice Spalletti, parlando dello stadio romano - dà delle emozioni speciali, è qualcosa che potremmo ricordarci per tutta la vita. Abbiamo la possibilità di vivere un'emozione del genere e questo deve essere uno stimolo in più anche se quelli che abbiamo dovrebbero già essere tanti». Inutile provare a chiedergli chi avrebbe preferito incontrare tra Inter e Lazio nell'eventuale finale. «Non mi interessa, abbiamo una partita difficile contro una squadra che ha delle buone ambizioni e che darà il massimo. Dobbiamo pensare al Catania, e non abbassare la tensione perché altrimenti si rischiano brutte figure». Totti ha già assegnato all'Inter lo scudetto: Spalletti si allinea al «suo» capitano ma cerca di tenere alta la tensione. «Vero, hanno grandi possibilità di farlo, ha fatto bene Francesco a dirlo; ma noi dovremo provarci fino alla fine. Noi dobbiamo solo pensare a noi stessi, dobbiamo vincere con l'Atalanta e basta. Per ora pensiamo solo a quello che dipende da noi, solo dopo faremo altri discorsi». Non recrimina ma un «passaggio» sulla fortuna è d'obbligo. «Un po' siamo in credito - dice il tecnico - anche se poi anche noi in qualche occasione ne abbiamo avuta, come domenica scorsa. Però c'è chi è stato più fortunato di noi». Il bilancio resta comunque molto positivo. «È stata una stagione positiva, comunque vada a finire, i ragazzi hanno lavorato bene, come attaccamento, voglia e impegno. Vanno solo ringraziati a prescindere da come andrà, perché hanno sempre una gran voglia di arrivare al massimo». E già pensa al prossimo anno, visto che nella capitale infuria già il calciomercato. Sull'attaccante nessun dubbio. «Non mi interessa un giocatore che segni venti gol, l'importante è che la squadra non dipenda da nessuno. Non sono i giocatori che comandano ma la società». Chiusura sulla fiducia rinnovata ai Sensi. «L'importante è avere un obiettivo comune da portare avanti e lavorare tutti insieme. Noi abbiamo già una buona squadra, a me non manca niente anche se tutto è migliorabile».