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Alessandro ...

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La trattativa, che sembrava conclusa dopo l'incontro di giovedì con il legale dei Sensi, De Giovanni, si è improvvisamente fermata. L'offerta di Soros non soddisfa Italpetroli: oltre 210 milioni di euro, più una buona uscita e un ruolo garantito nel nuovo cda per Rosella Sensi. «C'è chi è pronto ad offrirci quasi il doppio» avrebbe detto De Giovanni ai due emissari della banca d'affari che sta curando l'operazione. La fantomatica nuova cordata interessata alla Roma sarebbe araba ma ancora non ha un nome. Più di qualcuno pensa che si tratti solo di una mossa strategica di Italpetroli per far lievitare il prezzo. Ora cosa può succedere? Che gli americani non tornino più, vista l'irritazione di Soros, uno non abituato a perdere le sue scommesse. Ma c'è chi giura che tornerà, nel giro di pochi giorni, con un'offerta alla quale sarà impossibile dire «no». Resta nell'ombra l'altro imprenditore americano che vuole acquistare la Roma, Fisher: si attendono segnali anche da lui. Unicredit, che detiene il 49% di Italpetroli, aspetta invece un piano di rientro per i 367 milioni di euro di debito che i Sensi devono coprire: vendere la Roma sembra la soluzione più logica. Intanto domani un rappresentante della società giallorossa dovrà fornire delle spiegazioni sullo stato della trattativa nella sede della Consob: il titolo continua a guadagnare. Anche la piazza, invece, pretende un chiarimento dai Sensi: ieri allo stadio i tifosi non parlavano d'altro. Poi il pareggio del Livorno e l'infortunio di Totti hanno aumento il tasso di depressione generale. Le risposte della Sensi non sono arrivate ieri. «C'è il comunicato che parla chiaro - dice l'amministratore delegato - le voci girano da mesi e non credo abbiano disturbato la squadra. Il pareggio è un gran peccato, è stata una giornata triste. Totti non sta benissimo e sono preoccupata per lui».

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