Sensi-Soros: incontro
Ma è subito frenata
Il legale di riferimento dei Sensi, Gian Roberto De Giovanni, si è visto nella Capitale con Steven Horowitz e Phill Hall, due emissari della Inner Circle Sports, il fondo di investimento incaricato da Soros per definire l'affare. «Nella giornata di ieri (giovedì, ndr) un rappresentante incaricato da Italpetroli - si legge nella nota - ha ricevuto la visita di un rappresentante di un soggetto potenzialmente interessato a rilevare la partecipazione in A.S. Roma e nel corso dell'incontro è stato informalmente manifestato un possibile generico interesse all'acquisizione del pacchetto azionario di A.S. Roma». Italpetroli sottolinea che «non sono stati definiti i valori economici di un'eventuale operazione, né sono state raggiunte intese di alcun genere in merito ad eventuali passaggi successivi o su possibili successivi incontri. Si conferma, inoltre, che non è stata aperta alcuna procedura di vendita della partecipazione in questione». Il comunicato è stato emesso su espressa richiesta della Consob: l'effetto-Soros è evidente anche il Borsa. Ieri le azioni della Roma hanno raggiunto il nuovo massimo dell'anno: 1,028 euro. Il titolo, dopo una serie di sospensioni per eccesso di rialzo, ha chiuso con un guadagno del 12,41%. Sì, ma come è andato l'incontro tra i rappresentanti di Soros e De Giovanni? Non bene, secondo fonti bancarie. La trattativa sarebbe partita in salita. L'agenzia economica «Radiocor» ipotizza il possibile arrivo di un altro gruppo non americano interessato alla Roma e che avrebbe di conseguenza raffreddato l'interesse di Soros. Non si tratta del gruppo Lamaro. «Smentisco categoricamente ogni interesse» fa sapere il patron Pier Luigi Toti, più volte accostato alla società giallorossa in passato. I tifosi romanisti già sognano grandi acquisti, il mondo del calcio inizia a commentare il possibile avvento di Soros. «Il calcio italiano resti agli italiani» dice il presidente laziale Lotito. Invidia? Matarrese la vede diversamente. «Imprenditori stranieri? Perché no» risponde il presidente della Lega. Ma la partita è ancora lunga.