Le introvabili pagine bianche di Gussoni
La «pagina nera» evocata da Cesare Gussoni mai era stata riferita, non dico in passato quando trovarne una bianca era impossibile, ma neanche nella più recente gestione arbitrale. Lo scavalcamento di ruoli nei confronti di Collina, il solo che avrebbe potuto consentirsi un giudizio del genere, suona tanto di rincorse elettorali. Ma le pagine erano molto più nere quando, anche in questa stagione, le distrazioni arbitali avevano determinato risultati pesanti, turbativi della credibilità del campionato, la mancata espulsione di Totti soltanto ipoteticamente ha influito sul risultato di Udine. Nessuno ha sottolineato come Rizzoli abbia dovuto affrontare una situazione anomala: non un fischio fuori tempo, ma un gol negato alla Roma per indebita posizione in campo. Che poi si invochi la severità per il capitano fa parte di indirizzi editoriali che hanno nella Capitale il bersaglio preferito: leggere il titolo della moviola sulla «rosea» dedicato a un rigore «sicuro» su Spinesi, nel testo si parlava di dubbio, come per un analogo episodio nell'area catanese. Quanto sdegno per l'offesa all'onorabilità degli arbitri, si chiede l'ergastolo, mai riscontrate reazioni simili per la sola giornata di squalifica toccata a Fini e Bonera, che avrebbero potuto chiudere la carriera di Mudingayi e Sissoko, frasi irriguardose sono costate tre giornate a Mutarelli e due a Nesta. Con tutta evidenza, le gambe di un professionista valgono molto meno della suscettibilità di un direttore di gara. Dove è la coerenza?