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Rossi e la vittoria perduta

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Perché l'azzardo di lasciare la Michelin per calzare la sua Yamaha biancazzurra con le giapponesi Bridgestone lo ha messo su un piano inclinato. Q uello che per Jorge Lorenzo è stato un inizio di campionato in discesa, per Rossi è in salita. «Stiamo facendo un gran lavoro - ha detto Valentino - e anche se non siamo ancora pronti per la vittoria abbiamo fatto progressi notevoli. Da questa gara in poi potremo correre all'attacco». A Shangai il 4 maggio la nuova sfida. Lorenzo, pur al debutto nella regina delle classi, è sempre più scomodo compagno di garage per Rossi. Tre pole-position dal debutto in qua, in altrettante gare, sempre sul podio: secondo, terzo e primo. Un ritmo da re Valentino, quello che ora non c'è più. Anche se corre con la stessa moto di Lorenzo, che sta dietro a un muro voluto dai costruttori di pneumatici per evitare imbarazzanti scambi di dati tra l'ex Mida di Tavullia e lo scintillante mallorchino. Ma la festa di Lorenzo è durata poco: ieri è stato operato con successo all'avambraccio destro che gli ha procurato fastidio anche nel Gp lusitano. A Barcellona il dottor Xavier Mir, dopo aver visitato il neo leader della classe regina, ha deciso di abbandonare le cure fisioterapiche, propendendo per l'immediato intervento chirurgico, praticando un'apertura nella membrana che ricopre la muscolatura dell'avambraccio, creando così una decompressione. I guai di Rossi al momento sono poca cosa rispetto al momento no della Ducati. Vinta la gara d'esordio come se nulla fosse cambiato dallo scorso anno che lo laureò campione, Casey Stoner non ha più battuto un chiodo. Più che crisi di gomme si può parlare di qualcosa che non va nella nuova ciclistica. Stoner vivacchia in attesa di tempi migliori, Marco Melandri è in cerca di qualcuno che gli consenta di staccare la spina dalla Ducati.

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