Difesa con dignità la Nazione

Quasi un ritorno, per noi, ai tempi malinconici della Legge Andreotti, le frontiere chiuse, impossibile competere, in regime di autarchia, con i colossi dell'Europa calcistica. Ora le nostre formazioni di punta dispongono di mezzi non inferiori a quelli di un Real, di un Barcellona, delle protagoniste della Premier League, eccezione la Roma assai meno competitiva a livello economico, già brava a ritagliarsi un posto tra le prime otto. La delusione non può certo riguardare la Lazio, che pure è andata a un passo dalla fase a eliminazione diretta, rimpianti e riflessioni sono esclusivo e sgradito privilegio delle due milanesi. Condannata l'Inter dagli sfortunati episodi di Liverpool, inferiorità numerica e due gol nei minuti finali, però valutando le energie attualmente a disposizione, con qualche disagio nel difendere in patria un vantaggio apparso abissale, non so fino a che punto le sue ambizioni avrebbero avuto margini di rilievo nelle fasi decisive. Nonostante i freschi trofei, al Milan non è bastata la priorità dedicata all'Europa rispetto al campionato: anagrafe impietosa, ulteriore onere di infortuni a catena, forse due elementi strettamente legati. Tutto sommato la Roma ha difeso con dignità il prestigio nazionale: però l'United vanta potenza economica straripante, altra struttura, altro livello di organico, al punto di consentirsi di liquidare la pratica con le seconde linee. Avesse segnato De Rossi, il residuo vantaggio Ferguson lo avrebbe tutelato mandando in campo i suoi fuoriclasse, il destino lo aveva già segnato la serata nera dell'Olimpico. Libera, ma non era una prospettiva gradita, da impegni internazionali, ora la Roma tenta un'ulteriore ardua scalata. Con De Rossi in diffida permanente, dovrà essere brava e fortunata per coronare un'impresa che l'attuale distacco dalla vetta rende affascinante, come tutte le cose proibite.