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Bettini cade, Kirchen vince

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La quarta tappa è stata caratterizzata anche dal ritiro del campione del mondo Paolo Bettini, a causa di una caduta nella discesa seguente all'Alto de La Herrera, un gran premio della montagna di prima categoria. Il toscano è finito a terra sul fondo viscido per la pioggia a causa di una manovra errata del russo Alexandre Botcharov, che gli ha centrato una ruota mentre Bettini si stava infilando la mantellina impermeabile. Domenica, intanto al via l'edizione numero 106 della Parigi-Robaix. Da Maurice Garin ad Andrea Tafi, passando da Francesco Moser e Franco Ballerini, attuale ct azzurro: la Parigi-Roubaix, che scattò nel 1896, non è mai stata avara di soddisfazioni per i ciclisti italiani, ma non sempre sono state rose e fiori, se è vero che un atleta azzurro non trionfa dal lontano 1999, cioè da nove anni. L'ultimo a domare il famigerato pavè francese fu Andrea Tafi, da allora più nulla. L'anno scorso vinse l'australiano ÒGrady, ma domenica sarà tutta un'altra storia. La tripletta di Francesco Moser, dominatore assoluto dal '78 all'80, i quattro exploit del belga Roger De Vlaeminck, tuttora detentore del record assoluto di successi, sono lontani nel tempo, ma resta intatto il fascino di una corsa tutta da vivere (e da temere), dall'inizio alla fine. In una prova di forza e di tecnica nella quale bisogna essere al massimo, dare tutto, non c'è spazio per i bluff: o dentro o fuori. Il pavè, ben 28 settori per un totale di 52,8 km, non dà tregua ai ciclisti che, nell'arco di oltre 250 km, devono cercare innanzi tutto di non venire coinvolti in qualche rovinosa caduta, ma non solo: sono obbligati a distillare anche la più piccola dose di energia. Pozzato si giocherà il tutto per tutto dopo le delusioni patite al Fiandre e nella Wevelgem.

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