Quei peccati di superbia dei romanisti
Strano che a evitabili peccati di superbia si sia lasciato andare invece qualche romanista: come quei giocatori che, se il tecnico li sposta di qualche metro dalla zona da loro prediletta del campo giocano con la puzza sotto il naso, chi vuol capire capisca. Devo ammettere di essere stato colpito, in negativo, anche dall'atteggiamento di Pizarro nei confronti del gioco di gambe di Cristiano Ronaldo, gesti tecnici che, recitati da qualcuno dei non pochi grandi giocatori in giallorosso, avrebbero suscitato unanime entusiamo. Se Pizarro giudica poco elegante quegli atteggiamenti, abbia il buonsenso di ripensare a quei suoi ripetuti tuffi senza che gli avversari l'avessero sfiorato. Quindi un po' di sana autocritica può aiutare molto di più delle acrobazie dialettiche per rimettere insieme i cocci. Perché in questo momento la Roma ha bisogno di concentrare ogni residua energia atletica e mentale per continuare a perseguire l'obiettivo del campionato, priorità lo scudetto, ma con grande attenzione a non perdere di vista quel traguardo del secondo posto che garantirebbe l'Europa dalla porta principale, con tanto di benefici di ordine economico. Pure, una vittoria importante Roma l'ha segnata, al suo attivo, e non credo che l'abbiano prodotta tanto gli ukase dell'Uefa, quanto una presa di coscienza che fa onore alla città. Vivere in serenità una serata di sport dovrebbe essere un segnale di normalità, ma di questi tempi è accettabile che l'evento venga solenizzato, con uno sguardo riflessivo a precedenti non del tutto onorevoli.