Un secondo di rispetto
Sulla pista che vede le Michelin montate da Pedrosa e Lorenzo più performanti rispetto alle Bridgestone, Rossi ci ha messo del suo, sia come «manetta» che per esperienza e montando le coperture più dure possibili ha tenuto un ritmo di gara che gli ha permesso di giungere secondo alle spalle di Pedrosa con una manciata di secondi di ritardo. Risorgono, quindi, due dei protagonisti delle ultime due stagioni della MotoGP. Pedrosa balza al comando del mondiale con 41 punti con 5 lunghezze di vantaggio su Lorenzo, dieci su Rossi e undici su Stoner. «Pazienza, calma e l'aiuto di tutto il team», ha spiegato il segreto di questa rinascita Dani dopo un inverno molto tribolato con l'incidente che l'ha tenuto fuori dai test di sviluppo della moto. Moto che adesso sta dando soddisfazioni al pilota iberico e alla Honda che sembra risorta dopo la stagione 2007 in sordina. Risorge Rossi e si leva qualche sassolino dallo stivale dopo che i soliti soloni l'avevano dato per spacciato nella lotta tra trentenni e ventenni terribili. Lo stesso Valentino, nel parlare dei progressi fatti dalla sua moto, zittisce i soliti commentatori della domenica che parlano già di crisi Stoner-Ducati. La pista andalusa è una di quelle che mal si addicono al binomio australiano-bolognese e infatti, senza un paio di errori in gara del campione del mondo, adesso si parlerebbe di un quinto posto piuottosto che dell'undicesimo odierno. Stoner ha forse la «colpa» di essere l'unico che riesce a guidare la D16 e questo non favorisce gli altri tre piloti, compreso il compagno di team Melandri (12esimo) che montano in sella alla moto di Borgo Panigale, che mal si adattano alla sua maniera di «domarla». Delusione, invece, nonostante le due pole e il secondo podio consecutivi, per Jorge Lorenzo. Il due volte campione del mondo della 250 non è partito bene e in gara non è mai riuscito a sopravanzare il compagno al Team Fiat Yamaha. Dietro ai primi quattro, con Nicky Hayden ai piedi del podio con la seconda Repsol Honda Hrc, gran bella gara di Loris Capirossi. Il «senatore» della classe regina, infatti, è partito bene e, successivamente, quando le gomme si sono degradate, ha mostrato di che pasta è fatto, innescando una spettacolare lotta con Toseland, Hopkins e Dovizioso, chiudendo quinto davanti ai tre contendenti.