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Sottile filo di speranza da difendere

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Ci sarà soprattutto da smaltire, in casa giallorossa, lo choc del derby: significativo non tanto per la classifica, un punto rispetto al pari maturato fino al recupero è poca cosa, il margine della capolista si sarebbe mantenuto comunque sostanzioso, quanto in chiave psicologica. La stracittadina ha un sapore particolare, è una partita che la Roma tradizionalmente non vive benissimo a livello mentale, basterebbe ricordare gli ultimi convulsi minuti di una gara di andata che era apparsa già in archivio. Dunque il ritorno all'Olimpico, amico stavolta per calendario, viene vissuto con motivazioni che vanno oltre l'esigenza di limare il distacco rispetto all'Inter impegnata in un confronto, quello con la Juve, di alto livello storico. Resta un flebile sogno da coltivare, nello stesso tempo non perdere di vista la fondamentale rilevanza di un secondo posto che, in prospettiva Champions League, sarebbe garante di una preparazione programmata senza improvvisazioni e senza l'incubo dei preliminari. Dunque attenzione massima, l'imperativo di trasformare in sensazioni positive la rabbia per il beffardo gol di Behrami a regalare ai rivali una vittoria comunque non usurpata. Qualche incertezza nella scelta dei più pronti a giocare, difesa centrale obbligata con Panucci e Mexes, Pizarro al posto di Aquilani, poi forse panchina per Vucinic, possibili Mancini e Giuly esterni. Delle quattro classiche del sabato, la più illustre è da lontano quella milanese: da verificare gli umori in casa dell'Inter, ma anche da cancellare, per Mancini, le perplessità su un calo atletico evidente, anche se meno accentuato nelle due ultime prestazioni. Fascino anche per la trasferta della Lazio a Firenze, ennesimo esame a Torino per il Milan in affanno, infine Samp-Cagliari, due stati di grazia a confronto.

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