Simone Pieretti s.pieretti@iltempo.it Un uomo solo. Con la ...
Uno striscione appeso alla rete di recinzione sintetizza la prova dei suoi ragazzi: «Immensi». Rossi e la squadra, una cosa unica in una mattinata di festa: «A Napoli mandace Lotito» grida un tifoso dagli spalti. Gli altri lo candidano per un posto in Municipio: «Delio Rossi sindaco di Roma». Lui scuote la testa, quasi incredulo. «Resta con noi, Delio resta con noi» urlano i tifosi che sanno leggere al di là delle apparenze. L'allenatore torna a parlare dopo oltre due mesi, ci sono tante cose da dire. «É stato detto e scritto tanto: tante cose non le ho capite, ma tiro avanti». Qual è il futuro di Delio Rossi? «Ho un contratto in essere con la Lazio e intendo rispettarlo. Sono un uomo che vive di entusiasmo, se lo perdessi strada facendo andrei dalla società per interrompere il rapporto. È un problema che al momento non c'è, non si pone. Ma di qui in avanti non so cosa mi riserva il futuro». E il rinnovo? «Non è una questione di rinnovo o non rinnovo: se mi trovo bene in una piazza, vado avanti. Quando non mi trovo più bene, prendo e me ne vado a prescindere dalla situazione contrattuale». Finalmente si torna a parlare. «Fare il silenzio stampa è sbagliato». Ci racconti il suo derby. «Abbiamo giocato contro una squadra molto forte che mercoledì notte ha incontrato una squadra, più forte che ha vinto meritatamente: è stato un pieno successo della Lazio, non una sconfitta della Roma. E il rigore era netto, è stato l'assistente a richiamare l'attenzione dell'arbitro. È bene sottolinearlo, perchè altrimenti passa l'idea che abbiamo vinto soltanto per un episodio». I suoi hanno fatto una partita perfetta. «Abbiamo attuato nel migliore dei modi tutto ciò che avevamo preparato: sono contento per i giocatori, in tre anni hanno fatto grandissimi progressi e da un mese e mezzo stiamo migliorando ancora». Che peso hanno avuto i nuovi arrivi? «Hanno portato una ventata di novità: la gente si stanca di vedere sempre le stesse facce, lo stesso allenatore......». Un giudizio sui nuovi. «Non è mai facile trovare giocatori a gennaio: con gli stranieri passano due mesi per capire in quale lingua ti devi salutare. Dabo si è portato dietro la gioia di ritornare a casa, ed è stato contagiante.Lo abbiamo accolto a braccia aperte. Gli altri li abbiamo presi per il futuro: Bianchi è una punta, per lui è stato più facile inserirsi. Prima sbagliavo di meno, non avevo opzioni, ora che ho delle alternative faccio qualche errore in più». Più entusiasmante questo derby o il 3-0 del campionato scorso? «Questo derby è stato più spettacolare, più emozionante: questa Roma è più forte rispetto a quella della passata stagione». E com'è l'organico della Lazio? «Sono convinto di avere un'ottima squadra: la società ha investito sul futuro, il futuro è di questa squadra. Ma c'è anche il rovescio della medaglia che è l'inesperienza che a volte abbiamo pagato sulla nostra pelle: ora spero di raccogliere i frutti. Abbiamo potenzialità future più che presenti, il nostro modo di operare dovrebbe prendere spunto dall'Arsenal». Si aspettava questa classifica? «Dobbiamo essere onesti: sapevamo che sarebbe stato un anno particolare. La squadra non era attrezzata per affrontare le tre competizioni. Con la Champions, l'Udinese ha rischiato e il Chievo è retrocesso. Siamo ancora in tempo per rimetterci in carreggiata».