L'ombra di Todt a Sepang
Ieri "Dagospia" ha fatto da megafono ai pettegolezzi circolanti, attribuendo le dimissioni alla violenza del conflitto esploso fra Todt e il presidente Montezemolo (che ieri ha ricevuto un Tapiro d'Oro da Striscia la Notizia) quando, lunedì, il francese ha provocatoriamente preteso di recarsi in Malesia nonostante la sua presenza a Sepang a ridosso dalla disfatta australiana potesse essere letta come un'aperta delegittimazione di Stefano Domenicali, il giovane manager che lo ha sostituito al vertice della Scuderia. Montezemolo, in sostanza, avrebbe detto a Todt che lui a Sepang da amministratore delegato della Ferrari non poteva andarci. Così Todt, che a Sepang ha pure la fidanzata (l'attrice malese Michelle Yeoh), ha dato le dimissioni pur di mantenere il punto, e oggi sbarcherà serafico nell'ufficio che il team gli ha riservato al circuito. Niente muretto, beninteso, ma non per questo la sua presenza sarà meno ingombrante e ansiogena per una squadra già di suo in difficoltà. Il bello è che, stando ad altri pettegolezzi, il vero motivo dell'ostinazione di Todt starebbe negli incontri da lui programmati in Malesia per preparare una clamorosa rentrée. Todt, in sostanza, starebbe per acquistare - insieme con l'amico Schumacher e grazie all'appoggio interno di Gerhard Berger - la scuderia Toro Rosso (la ex Minardi), che guarda caso utilizza i motori Ferrari. Alla guida della Toro Rosso Todt metterebbe suo figlio Nicholas, già procuratore dell'esordiente Bourdais e che nel 2009 ingaggerebbe anche l'altro pilota di cui cura gli interessi, quel Felipe Massa ormai in disgrazia presso la Ferrari. In cambio il Cavallino otterrebbe gratis Sebastian Vettel, il formidabile tedeschino che in molti giudicano il nuovo Schumi, destinato prima ad affiancare Raikkonen e poi a prenderne il posto. E Alonso? Alla Bmw.