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Nella settimana più frenetica, ...

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Poi, all'insegna della lealtà, tutti contro tutti. come esigono le leggi dello sport, perché a una vittoria nella stracittadina non rinunciano né l'ambiziosa Roma lanciata verso il sogno di una rimonta quasi proibitiva, né la Lazio che ha ripreso coscienza della propria identità. La classifica orienta il pronostico verso i romanisti, ma il ruolo non è stato mai troppo gradito, in questo tipo di partite che sfuggono spesso alle imposizioni puramente tecniche. L'auspicio è che la folla dell'Olimpico possa godersi uno spettacolo all'altezza della felice vena delle protagoniste. Nella serata viziata da una semispalmatura incomprensibile, ma non secondo i diktat della televisione che lusinga i bilanci societari, al derby in orario anomalo si aggiungono altre tre classiche ricche di attrattive. Nella rincorsa alla Champions sembra star meglio il Milan, che ospita la Samp sperando di ripetere, con meno infelice esito, la bella prova di Roma, rispetto alla Fiorentina in viaggio a Napoli, dove l'aspetta una rivale avvelenata per la beffarda sconfitta di Torino. Ma, prima ancora di scendere in campo, i romanisti avranno la mente rivolta a Marassi, dove è di scena la capolista travagliata da polemiche a getto continuo. Anche se non è detto che le uscite di Mancini, secondo me frutto non di sbalzi di umori di meditate riflessioni, non producano invece effetti insperati. Come se, in un certo senso, il tecnico avesse detto ai suoi fedelissimi «vincete per me» e agli scontenti più illustri «vincete contro di me». Machiavelli, non a caso, è nato da queste parti.

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