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Da romano e da laziale, mi piace ...

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Questo derby segna infatti un punto di svolta nelle relazioni fra le due squadre e le due tifoserie. Usciti per fortuna subito di scena i facinorosi che l'hanno strumentalizzata, l'emozione per la tragedia di Gabriele Sandri, così spaventosa perché così oscura e disumana, ha compiuto il miracolo di farci capire che davvero siamo tutti uguali, che l'amore per una maglia è prima di tutto amore per la vita e deve perciò prescindere dai colori. Un miracolo che ha reso meno insopportabile il dolore e dato un senso all'insensato. Sono dunque convinto non soltanto che quella di oggi sarà una serata «normale», ma che da adesso in poi normali torneranno ad essere anche i rapporti fra i tifosi giallorossi e quelli biancocelesti. Pepati - ci mancherebbe! - ma normali. Da laziale penso di dover dire grazie soprattutto a Francesco Totti, che per rendere omaggio alla memoria di Gabriele verrà sotto la Curva Nord, e alla Curva Sud tutta, che accoglierà con un abbraccio papà Sandri. Una grande prova di sensibilità e di sportività che sono convinto sapremo ricambiare. Ovviamente, mi auguro che l'aura di normalità e di serenità renda normale e serena anche la partita, pur senza soffocarne la connaturata carica di passionalità. Non che a noi della Lazio convenga, perché in una partita «normale» la Roma sarebbe strafavorita. Troppo bello il suo gioco, troppo in forma e motivati dalla caccia al'Inter i suoi campioni, troppo carico e convinto di sé l'ambiente per dubitare di come finirebbe. Noi siamo in ripresa, certamente in grado di far male col tridente, ma purtroppo quando ci prendono di petto riaffiora quella funesta tendenza a sfilacciarci in difesa. Per cui possiamo vincere soltanto nel caso in cui la partita - la «nostra» partita - lungi dall'essere «normale» si tramuti in una sinfonia per Gabbo.

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