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Se potessi tornare a fare il cronista da campo e da ...

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Il «caso Mancini» ha portato alla ribalta questo problema che temo si risolverà soltanto in termini contrattuali: partire o restare. In realtà, mi è sempre piaciuto indagare insieme Tecnica e Sentimento, i due valori essenziali del nostro popolarissimo gioco, e nessuno meglio dei Signori della Panchina può aiutarci a capire il mistero agonistico («Calcio, mistero senza fine bello», secondo Brera). Oggi questa ricerca è difficile, quasi impossibile. Si sa tutto, della partita, anche le voci dal sen fuggite dei pedatori, affiorate sulle labbra e lette dalle implacabili moviole; e i valori tecnici sono abitualmente indicati con formulette numeriche che poco o nulla dicono. Per questo sono grato a Luciano Spalletti che più degli altri colleghi svela i suoi segreti non solo di mister panchinaro ma di studioso del gioco del pallone. La polemica sull'ormai famoso calcio d'angolo «insolito» di Roma-Milan - quel tocco di Pizarro naufragato nell'incomprensione del guardalinee - è nata all'insegna dell'ignoranza (collettiva) del regolamento ed è stata subito liquidata come «furbata» o «truffa». La prevedeva l'articolo 17, ignoto ai più e in genere a coloro che non conoscono l'articolo 18, quello non scritto che si riferisce al Buonsenso. Il ricercatore Luciano Spalletti ha scovato la «mossa» nel repertorio di Manolo Zambrano, allenatore vivaista del Recreativo Huelva nel quale milita il portiere italiano Stefano Sorrentino e la Roma, adottandola, ha rivelato una straordinaria qualità del suo momento: la serenità. Fra Champions, scudetto e derby alle porte i giallorossi già carichi di pensieri hanno dunque il tempo di dedicarsi al gioco, ai suoi aggiornamenti, a dettagli che rivelano la loro appartenenza non solo a una squadra ma a una scuola: la scuola del Maestro Spalletti. É bello studiare calcio.

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