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L'Olimpico è dalla parte di Gabriele

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Gabriele Sandri, tifoso laziale ucciso da un agente di Polizia, era ben lontano dalle frange violente come ha avuto modo di ribadire ieri il Capo della Polizia Antonio Manganelli. «Gabriele era un tifoso ma non apparteneva all'estremismo eversivo - ha sottolineato il massimo dirigente di Pubblica Sicurezza - ho grande rispetto per il mondo delle tifoserie, è un mondo di passioni, di colori, di voglia di stare insieme». Da alcune settimane la famiglia di Gabbo ha dato vita alla «Fondazione Sandri» che ha già dato il via a una raccolta fondi da destinare all'acquisto di un'ambulanza. «Mio fratello era estraneo a qualunque tipo di estremismo - ha ribadito ieri Cristiano Sandri a Sky tg 24 - nessuna sentenza potrà riportarcelo indietro ma la giustizia gli è dovuta: per questo chiedo che tutti si assumano le proprie responsabilità, senza figli nè figliastri». Anche il segretario dell'Osservatorio nazionale delle manifestazioni sportive Roberto Masucci ha espresso il proprio pensiero: «Nutro profondo rispetto per come la famiglia Sandri sta conducendo la propria battaglia: l'amministrazione della Polizia di Stato avverte una ferita profonda per un fatto che non trova alcun tipo di giustificazione». Domani sera il capitano della Roma deporrà sotto la curva Nord un mazzo di fiori, dall'altra parte - in curva Sud - ci saranno Giorgio Sandri e Gabriele Paparelli, due tifosi laziali costretti a condividere un dramma infinito.

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