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L'Italia viene da quattro sconfitte, vero. Ma, secondo tempo contro il Galles a parte, gli Azzurri hanno perduto contro Irlanda, Inghilterra e Francia con gli scarti più magri di sempre e vanificando le occasioni per vincere solo per errori individuali. Mallett si è insediato solo una settimana prima dell'inizio del Sei Nazioni ma ha avuto il coraggio di cambiare tanto e subito. Il sudafricano ha preso di petto il problema del mediano di apertura. Non c'è un interprete attendibile? Pez non convince? E allora la scelta è caduta su Masi che, dopo qualche titubanza, ha accettato con entusiasmo. Da costruire, per l'ariete aquilano, soprattutto il gioco al piede e la visione tattica, mentre la difesa e la capacità di attaccare la linea erano già eccellenti. Masi ha mostrato, pur tra gli errori, continui miglioramenti. Anche il gioco è cambiato. Mallett ha chiesto maggiore disponibilità agli avanti nel riproporsi al largo e l'azione dell'ormai famosa meta mangiata da Canale a Parigi ne è stata la dimostrazione. Oggi gli Azzurri devono battere la Scozia, che ha perso anche l'ala Walker, per mille motivi. Dare un senso al Torneo e evitare il cucchiaio di legno, continuare nei progressi, dimostrare di credere nell'idea-Mallett, confermare il proprio valore, costituire una base solida su cui il ct potrà continuare a sviluppare il suo progetto nei prossimi mesi. Di fronte avranno una Scozia decisamente involuta: questa volta una sconfitta non troverebbe nessuno disposta a giustificarla.

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