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Mancini: me ne vado

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Ho già comunicato ai giocatori la decisione che non ha niente a che fare con il risultato di stasera (ieri ndr) ma nonostante abbia ancora quattro anni di contratto questi sono gli ultimi due mesi e mezzo alla guida dell'Inter». Un terremoto. Ma accanto a ogni colpo di scena che si rispetti non poteva mancare il giallo finale. Sembra che l'annucio sia giunto dopo un duro faccia a faccia con il presidente Moratti negli spogliatoi, ma non ci sono conferme. ll tecnico non ha voluto ripetere le stesse parole ai microfoni delle televisioni e qualcuno nell'ambiente interista ha lasciato la porta aperta a un ripensamento. «Mancini va via? Io ho sentito che ha pronunciato la parola probabilmente - ha commentato il centrocampista Esteban Cambiasso a Sky - e in italiano il probabilmente non è sicurezza. E fin quando non ci sarà questa non è il caso di fare un commento a caldo». Cruz va ancora oltre e non crede all'addio: «Sono state parole pronunciate a caldo». Insomma, saranno giorni di fuoco per l'Inter che dopo la festa per il Centenario ora incassa in poche ore due delusioni: l'eliminazione per opera del Liverpool e la più che probabile uscita definitiva di Mancini. Da tecnico le sue squadre sono state Lazio, Fiorentina e Inter. In panchina ha vinto 2 scudetti (con l'Inter nel 2005/06 e 2006/07), 4 coppe Italia (Fiorentina nel 2000/01, Lazio nel 2003/04 e Inter nel 2004/05 e 2005/06) e 2 Supercoppe di Lega TIM (con l'Inter, 2005 e 2006). Un allenatore che ha ridato lo scudetto all'Inter dopo un'attesa durata 15 anni. Addirittura bisogna tornare agli anni '60 per trovare un allenatore nerazzurro con un numero superiore di trofei vinti. Il paragone con il mitico Helenio Herrera lo aveva fatto nei giorni scorsi proprio il presidente Massimo Moratti. «I caratteri dei due sono diversi - aveva detto Moratti - perchè Mancini smussando gli angoli può vivere qui all'Inter un lungo periodo, tipo quello di Herrera. Entra in una società per essere protagonista, ha una determinazione a vincere contagiosa. E vince. Adesso ha pure un'età e un'esperienza che gli consentono di vedere le cose con maggiore serenità. Non ha un carattere facile perché come tutti quelli abituati a essere campioni e nonostante questo a non essere capiti, è abbastanza permaloso. Però mi piace come lavora e come agisce e con lui ho sempre più feeling. L'unico fatto che può indurmi a privarmi del nostro tecnico è che si presenti da me per dirmi che non se la sente più di continuare». Quel momento è arrivato. E ora all'Inter il futuro è più nero che azzurro. La Roma è lì, pronta a sfilargli anche lo scudetto.

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