Alessandro Austini [email protected] Cuore, intelligenza ...
Continuo, deciso, sempre al posto giusto. Ma come fa? Anche i sessantamila presenti al San Paolo domenica si sono interrogati per novanta minuti: la partita favolosa del centrocampista giallorosso ha lasciato tutti a bocca aperta. Tre giorni prima aveva conquistato Madrid. «Un Gattuso passato da Armani», «È uno ma sembrano cinque», «Perfecto», così i giornali spagnoli hanno celebrato le sue prestazioni da «galactico» contro il Real. Niente di nuovo per Spalletti che da quando è sbarcato a Trigoria ha assegnato una maglia a Totti, l'altra a De Rossi prima di decidere il resto della formazione. Due anime romane e romaniste in una squadra che ha incantato l'Europa. Nato a Ostia e cresciuto a pane e Roma, Daniele è lui il più presente tra i giallorossi dopo Doni: in campionato ha saltato solo tre partite, accumulando 2.149 minuti. Venti più di Tonetto, il secondo «stakanovista» a servizio di Spalletti. Chi gli gioca vicino si sente sicuro. «De Rossi è senza dubbio uno dei migliori centrocampisti al mondo - racconta Pizarro a la rivista "la Roma" - sono contento anche che sia tornato disponibile Aquilani: la concorrenza per me è uno stimolo». La mostruosa continuità di De Rossi sta facendo vacillare le certezze di Donadoni. Se fino a un paio di mesi fa aveva in mente un un centrocampo tutto milanista per gli Europei, ora il ct deve trovare un posto al romanista che sabato sfiderà proprio Gattuso e soci all'Olimpico. Uno così la società vuole e deve tenerselo stretto. E infatti ha già deciso di «sfondare» il tetto salariale e fargli firmare un contratto alla Totti: l'ingaggio, a salire nei cinque anni del nuovo accordo, partirà da quasi cinque milioni di euro. Lo champagne è in frigo, è quasi arrivata l'ora di stapparlo. Poi, il più tardi possibile, De Rossi erediterà la fascia di capitano dal suo amico Francesco: tutto già scritto. Un passaggio di consegne tra leader veri, che fuori dal campo è già iniziato. L'attacco garbato ma incisivo agli arbitri di De Rossi nel dopo-partita di Napoli è il prologo perfetto alle parole di Totti che gli sono costate il deferimento. Uniti per la Roma, contro «aiutini» e «aiutoni» alla concorrente diretta. A Trigoria sentono che è arrivato il momento di vincere qualcosa di importante. «Preferirei lo scudetto alla Champions - racconta Vucinic - me lo gusterei di più». Il ds Pradè pensa invece al sorteggio europeo di venerdì: «Vorrei evitare il Manchester United, le altre vanno bene. Adesso in Europa ci temono, siamo la Roma». La Roma dei romani.