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Il talento di Pandev al servizio della squadra

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Ieri pomeriggio ha chiuso la partita dopo 25 minuti, sfruttando nel migliore dei modi un rimpallo dopo la prima conclusione a rete del suo compagno d'attacco. Dopo il gol, ha festeggiato a suo modo, portando le mani dietro alle orecchie per ascoltare l'urlo di gioia della folla festante. Lo stesso gesto che, due stagioni fa, gli costò una gomitata in bocca dall'impunito Lucarelli che, da capitano, si era sentito in dovere di andarsi a fare giustizia da solo. Grazie alla complicità dell'arbitro Pantana - nell'occasione estrasse semplicemente un cartellino giallo per un gesto che avrebbe meritato un rosso diretto e un paio di mesi di squalifica n.d.r. - il livornese realizzò il gol del pareggio. Poco male, nella sfida di ritorno segnò il cileno Jimenez, nell'unica sfida in cui, seppur in campo, Pandev rimase a secco. Il primo gol contro il Livorno del macedone è datato 11 dicembre 2005: la Lazio cadde per un'autogol di Peruzzi, Pandev mise a segno un eurogol, controllando e mettendo la palla sotto l'incrocio sugli sviluppi di un calcio d'angolo. Poi una doppietta all'Olimpico per spianare la strada verso l'Europa, negata per il coinvolgimento del presidente Lotito in Calciopoli. Suo il gol che all'andata ha deciso la partita dell'Armando Picchi, nell'unico successo esterno ottenuto in questa stagione dalla squadra di Delio Rossi. Pandev continua a far gol, nonostante la nuova posizione in campo che lo costringe a un maggior sacrificio nel tridente messo in campo da Rossi. Il tecnico sembra aver raggiunto il suo obiettivo: «Quando riuscirò a farlo correre, mi daranno il Seminatore d'oro» disse in un'intervista. Missione compiuta. Ma ora serve un'altra impresa: quella del rinnovo contrattuale. Sim.Pie.

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