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Marino Collacciani [email protected] Stadio ...

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Massimo - con gli occhi rivolti al cielo per papà Angelo - ha chiamato a raccolta tanti «nipoti» in calzoncini corti: tutti (o quasi) quelli in vita che hanno vestito quella maglia hanno raggiunto da ogni parte del mondo la beneamata Internazionale, vera e propria multinazionale delle etnie, ma con un cuore solo e un affetto avvolgente che riconcilia col gioco più bello del mondo. Così il centenario dell'Inter è anche un po' la festa di tutto il calcio e al buffet di colazione in casa Moratti hanno partecipato, oltre alla dirigenza nerazzurra al completo, personaggi come il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, della Lega Calcio Antonio Matarrese, il vicesegretario generale Uefa Gianni Infantino, il presidente del Barcellona Joan Laporta, il vicepresidente vicario del Milan Adriano Galliani, il presidente del Torino Urbano Cairo, quelli del Parma Tommaso Ghirardi e della Reggina Lillo Foti, l'amministratore delegato della Sampdoria Giuseppe Marotta, e i vertici di Ajax e Sheffield. Nessun terzo tempo, qui il fair-play c'entra poco. Basta incontrare Gigi Simoni, cacciato un po' maluccio da Milano, oppure Hector Cuoper (stessa sorte): entrambi hanno un sorriso, un ricordo bello e uno doloroso, ma un grande, incondizionato rispetto verso il club. E ieri sera, con una scenografia mozzafiato, i bambini a disegnare frasi e numeri d'amore e di storia sul prato di San Siro, con volti tutti noti per gli anziani tifosi ma ugualmente conosciuti anche dai più giovani (potenza di Panini e di Internet). Per urlare una gioia col tifoso più «urlatore» d'Italia: Adriano Celentano.

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