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MILANO C'è la gran festa del Centenario, incombe ...

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In mezzo, alle 18, quasi fosse solo un intervallo di una festa che andrà avanti fino alla mezzanotte di domenica - c'è però la partita contro la Reggina, squadra quasi disperata che arriva a cercare punti con un nuovo allenatore esordiente in serie A. Roberto Mancini non si fida per niente. Intanto non crede gli sia stato offerto un vitalizio: «I destini degli allenatori - dice - sono sempre legati ai risultati. Spero che le cose continuino ad andare bene e che l'Inter continui a vincere. Poi è chiaro che nella vita nessuno può mai sapere che cosa accadrà domani». Il domani «minimo» è quello contro la Reggina e il tecnico marchigiano sa che la sua Inter deve assolutamente tornare a vincere dopo quattro partite senza successo per non rischiare di perdere niente del vantaggio sulla Roma, entusiasta per l'impresa del Bernabeu. E il tecnico cerca di essere chiaro: «Ci avviciniamo alla partita contro la Reggina che è molto più importante perché arriva prima e perché dobbiamo assolutamente tornare a vincere in campionato. Solo dopo ci occuperemo del Liverpool». Però se Moratti ha messo il passaggio del turno contro il Liverpool nella lista delle cose «impossibili che a volte riescono nella vita», Mancini ce la toglie. «Non credo sia impossibile, è sicuramente una difficile visto il risultato dell'andata. Ma sono risultati che si possono ribaltare». Per ritrovare la vittoria e testare le condizioni in vista della Champions Mancini prepara una staffetta tra Ibrahimovic e Cruz, con lo svedese dentro dall'inizio al fianco di Crespo. A centrocampo si rivedono Cambiasso e Stankovic mentre la difesa è in piena emergenza.

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