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dall'inviato Tiziano Carmellini MADRID Non è ...

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Ad aspettare la squadra, quando erano quasi le cinque del mattino, oltre cinquecento giallorossi in delirio per l'impresa di Madrid. Il charter Air One che ha riportato in Italia la Roma, era stato rallentato nelle operazioni di carico dei bagagli dalla rottura di un nastro trasportatore: cosa che ha causato al volo oltre un'ora di ritardo. Così, l'arrivo quasi all'alba a Fiumicino ha costretto buona parte degli oltre quattromila già presenti dalle tre del mattino a rinunciare all'abbraccio con la squadra. Inutile nemmeno provare a prendere la squadra sotto bordo con il pullman societario, perché lì fuori ad attenderli c'era quella marea giallorossa che ha lentamente allagato il piazzale davanti all'uscita degli imbarchi bloccando tutto e di più. Poi quando il torpedone della squadra è passato lì davanti è partito l'assalto. E la Roma, come sempre in questi casi, non si è tirata indietro: anche se nessuno è salito sul tetto come dopo i due successi dello scorso anno in Coppa e Supercoppa. Stavolta semmai è successo il contrario con un gruppetto di tifosi che, una volta saliti sul tetto del pullman, sono riusciti ad aprire l'oblò in alto e si sono calati all'interno mescolandosi con i loro beniamini. E la festa continua, senza tregua, la gente sembra non volersene andar più via, ma il tempo passa, l'alba è vicina e la squadra è letteralmente «cotta» dopo la partita e un viaggio di ritorno a quasi rocambolesco. E non è un caso infatti se il tecnico giallorosso ha concesso per la giornata di ieri un giorno di riposo ai suoi «guerrieri». Uno stacco per ricaricare le batterie, stare in famiglia prima del rientro in campo previsto per questa mattina. È già tempo di pensare al Napoli e al San Paolo l'impresa vera sarà dimenticare Madrid.

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