Un punto d'oro
Gara non trascendentale, giocata malino dai padroni di casa, benino dai laziali che però non sfruttano l'occasione colossale per sfatare il tabù: la Lazio non vince a San Siro dal 3 settembre dell'89, proprio quando nasceva Pato, nuova stella del calcio mondiale. Reduce da 13 partite in 40 giorni dall'inizio dell'anno Ancelotti è costretto a sposare il turn-over. Martedì da queste parti arriva l'Arsenal per giocarsi una qualificazione ai quarti di finale di Champions che per i rossoneri è vitale. Tante le assenze, spiccano quelle di Nesta, Pirlo, Ronaldo e Kakà ma pesano anche quelle di Favalli (squalificato), Dida, Cafu, Serginho. Si punta sulla vena di Pato e su Gilardino che proprio nella gara di andata aveva dato segnali di risveglio poi non confermati nel prosieguo della stagione. Sull'altro fronte a sorpresa Rossi sceglie il tridente proprio nella sfida più difficile sul campo dei campioni del mondo: dentro Rocchi e Bianchi con Pandev in rifinitura alle loro spalle. In difesa spazio a De Silvestri e Radu mentre Behrami viene spostato a centrocampo ma sulla parte sinistra. Si parte con Rosetti quarto uomo che torna sul luogo del delitto a pochi giorni da Inter-Roma. Lazio sbilanciata con i tre attaccanti, Milan in emergenza ma con un Pato spumeggiante. Dopo cinque minuti ci prova Gourcuff, la conclusione del francesino finisce alta. I rossoneri fanno la partita ma a ritmi alla camomilla, i biancocelesti si aggrappano all'ispirato Dabo e alla spinta di De Silvestri. Davanti c'è tanta buona volontà, Bianchi cerca sponde che non trova, Rocchi è troppo defilato, Pandev è ingabbiato e così il gioco non decolla. E allora Pato fa tutto da solo, Ballotta è pronto sulla conclusione da lontano del brasiliano. Al 18' primo vero affondo laziale con un sospetto intervento di Kaladze su De Silvestri in area di rigore meriterebbe l'attenzione dell'arbitro. Tant'è, Celi di Campobasso fa proseguire e, come al solito, nessun laziale protesta. Bianchi sfugge a Bonera e, invece di servire al centro il liberissimo Pandev, calcia fuori in diagonale prendendosi le lamentele colorite del macedone. I problemi per il Milan incerottato non finiscono mai: si ferma Seedorf per un problema muscolare (a rischio la presenza contro l'Arsenal), dentro il giovane Paloschi. Il primo tempo si chiude senza sussulti tra i sbadigli dei cinquantamila di San Siro. Si parte col doppio cambio rossonero: dentro Digao (il fratello di Kakà) e Ambrosini. Lazio con gli stessi giocatori ma con uno spirito diverso. Rocchi fa impazzire Kalac che risponde da campione su due conclusioni difficile e poco dopo ipnotizza Pandev. Ma il gol è nella aria: Rocchi serve Bianchi che trova il guizzo giusto e porta avanti i biancocelesti. Il Milan non ci sta la Lazio si chiude troppo e nel giro di dieci minuti (siamo al diciannovesimo) arriva il pari. Celi fischia un «rigorino» per trattenuta di Behrami su Kaladze: Oddo trasforma con sicurezza e fa 1-1. Nel finale l'arbitro ci riprova con l'espulsione di De Silvestri (fallo a centrocampo da cartellino giallo) ma il Milan non c'è più, la Lazio resiste e si porta a quota trenta. Ora bisogna battere il Livorno.