Fabrizio Fabbri Questa volta ...
L'errore capitale che la truppa di Repesa ha commesso è stato quello di farsi aggredire dal fantasma più pericoloso: la paura di vincere. Quando Hawkins, con 2'27" da giocare per portare a casa l'impresa dell'anno, ha insaccato il libero del +11 (56-67) tutto sembrava ormai compiuto. Ma a questo punto la Virtus ha frenato, smettendo di giocare, e Mosca ha trovato nei suoi fuoriclasse le risorse per provare a ribaltare la tenzone, aiutata anche da un palese non fischio arbitrale che ha tolto dalle mani di DeLa Fuente, spinto da Siskauskas, un pallone decisivo che ha regalato al Cska la possibilità del miracolo compiuto, dopo un 1 su 2 di un positivo Jaaber, da Langdon che agguantata la sfera arancione ha compiuto un paio di palleggi e scoccato da 8 metri il tiro del definitivo 72-71. Mai risultato è stato più crudele e bugiardo. Perché Roma, come già fatto nella prima fase, ha mostrato, nella prima delle Top 16, il suo volto migliore, arrivando vicina a quell'impresa riuscita poi solo a Barcellona. Repesa non ha sbagliato nulla, la grande pressione portata dai suoi ha irretito Mosca, spesso in difficoltà. E così, dopo aver controllato per 20', chiusi in vantaggio, 29-32 con un Jaaber capace di lampi di classe ed un Ukic sontuoso, ha provato a dare la spallata decisiva alla partita. Il primo allungo è arrivato grazie alle ruggenti giocatedi capitan Tonolli. Mosca, con Andersen messo al margine per problemi di falli, s'è aggrappata a Langdon e Papaloukas. Neppure il passaggio a zona dei padroni di casa ha creato problemi, con De La Fuente e Lorbek pronti a far cambiare assetto difensivo al Cska. Poi Hawkins s'è caricato la squadra sulle spalle ed è arrivato quel +11 che ha però zavorrato Roma. Papaloukas ha riportato Mosca a -3, 64-67, ma Lorbek è stato freddo in lunetta (64-69 con 44" da giocare). Sul 68-70 il greco ha avuto a una manciata di secondi dalla fine i liberi del pareggio, ma ha fallito il secondo su cui s'è avventato Jaaber che ha subito fallo. 1 su 2 anche per lui ma, maleficamente, la palla vagante è giunta nelle mani del killer dagli occhi di ghiaccio. E Roma ha dovuto chinare la testa.