Simone Pieretti s.pieretti@iltempo.it La sconfitta di ...
Dopo il mercato di gennaio la società si chiama fuori: l'arrivo in prestito di Bianchi, Rozehnal e Radu, e l'acquisto del francese Dabo, hanno arricchito la rosa a disposizione dell'allenatore. I dirigenti non sono più propensi a concedere alibi al tecnico di Rimini che è stato costretto a fare di necessità-virtù durante la prima parte della stagione. Ma la piena emergenza con cui Rossi è stato costretto a convivere sin da agosto permane ancor oggi: la società ha portato avanti un progetto fallimentare che, riveduto e corretto, non porterà da nessuna parte. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, e la presunzione con cui i dirigenti hanno accolto ed esaltato l'effimero trionfo ottenuto nell'anno passato - la Juve non c'era, Milan e Fiorentina erano penalizzate - hanno di fatto paralizzato un progetto di crescita che sarebbe dovuto partire all'insegna di investimenti mai fatti. La società Lazio ha perso un'occasione unica, irripetibile, ma anche la squadra - quella vista a Empoli - ci sta mettendo del suo. In questo contesto rientrano anche le responsabilità dei singoli giocatori e - in parte - dell'allenatore. La squadra rispetto a un anno fa è irriconoscibile: demotivata, fiacca, svuotata da ogni energia fisica e mentale. E davanti a questa situazione, i dirigenti possono fare davvero poco. Dopo aver offerto all'allenatore il rinnovo contrattuale fino al 2011, i vertici non sono più propensi ad aspettare Rossi. La società ha cercato di risolvere le frizioni all'interno dello spogliato accontentando il tecnico in chiave mercato. Ma ora sta alla squadra e all'allenatore portarsi fuori dai bassifondi della classifica per evitare qualsiasi tipo di rischio retrocessione: servono risultati, e soprattutto risposte importanti da qui a maggio. Al momento c'è scetticismo, sia dall'una che dall'altra parte: l'allenatore conosce fin troppo bene la realtà in cui vive e lavora, i dirigenti - sorpresi dagli ultimi risultati - vogliono certezze nell'immediato e per prossimo futuro. Ma anche la classe dirigente si interroga sulle capacità dell'allenatore di saper sfruttare appieno le potenzialità dei giocatori a disposizione: il Makinwa visto con la maglia della Reggina ne è l'esempio lampante. I giocatori sono nel mezzo, ancora incerti su un progetto che fatica a prendere forma e circondati tra mille dubbi, ambizioni in primis. Che Lazio sarà quella del prossimo anno? L'impressione è che nello stanzone dello spogliatoio sta iniziando a prevalere la filosofia del «si salvi chi può», ma prima è necessario salvare la Lazio.