Capello, buona la prima
Svizzera ko a Wembley
Così la partita con la Svizzera diventa una specie di spartiacque del calcio inglese: prima e dopo Capello, che ormai è adorato come un idolo, al punto che ha dovuto precisare più volte: «Non sono un Messia che fa i miracoli in tre giorni. Sono solo uno che cerca i risultati col lavoro e che dai giocatori vuole il rispetto delle regole». Parole che suonano come miele alle orecchie dei sudditi di Sua Maestà, stufi di vedere la loro nazionale ostaggio di mogli e fidanzate spendaccione e viziate, del gossip e delle sfilate di biancheria intima. Per questo tutti confidano nei metodi di Capello, ieri sempre in piedi a bordo campo in un impeccabile completo blu con cappotto. Un consenso generale che ha preceduto la gara di Wembley che, per tutti i motivi suddetti, non poteva proprio essere un'amichevole. Capello, "the headmaster" (il preside), non l'avrebbe accettato. La sua prima Inghilterra scende in campo con la maglia rossa come quella Campione del Mondo nel 1966. Che sia di buon auspicio? Rooney fa l'unica punta ed è pericoloso per tutta la gara, ma il primo gol della gestione Capello è di Jenas, servito al 40' da J.Cole dopo un bell'affondo in dribbling. The Boss rimane freddo, ma ai suoi che tornano a centrocampo dice: «Ok, avanti così». Nella ripresa tra gli svizzeri si vede Behrami mentre Capello prova insieme Wright-Philips, Crouch e Rooney. Dopo poco, però, l'esordiente Derdyor fa 1-1 e la smorfia del Ct è quella che conosciamo. Ma niente paura, quattro minuti e Wright-Philips rimette le cose a posto su assist di un maestoso Gerrard, che con Capello sta studiando da leader. Il debutto dunque è bagnato da una bella vittoria, che non è stata più ampia solo per la bravura del portiere ospite Benaglio. Il ghiaccio è stato rotto come meglio non si sarebbe potuto ed ora i tifosi inglesi cantano al buon Dio di salvare anche mister Fabio oltre all'amata Regina.