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Daniele Piccini «Via, faro ...

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Non si vede molto altro, sdraiati dentro una conchiglia di fibra di vetro o carbonio lunga un metro e mezzo, che viaggia sopra lame forgiate nella fucina del dio Vulcano alla velocità di 140 km/h dentro un budello di ghiaccio che sembra non finire mai. Bisogna prendere punti di riferimento esterni e sapere a memoria quando fare cosa. Bisogna conoscere ogni piega del tunnel di ghiacchio in uno sport dove anche avere il naso aquilino può aumentare la resistenza dell'aria e far perdere millesimi. Lui, Armin, di slittino ne mastica da quando, a sette anni, dalla sua casa di Foiana (Bolzano), si gettava con una tavola di legno per una discesa gelata di tre chilometri. Allora era l'unico modo di andare a scuola. Poi è diventato il suo sport, sedici anni fa. Tra qualche anno disputerà la sua quinta Olimpiade. Dove trova ancora gli stimoli per non accontentarsi? «Cerco di trovare sempre la voglia giusta anche se ho vinto tanti titoli. Poi c'è la mia famiglia. Ho un bimbo di 2 anni e mezzo e una figlia che proprio oggi (ieri, ndr) compie 7 anni. La preparazione deve cominciare con anticipo. Nella prima settimana di marzo sarò tre giorni a Vancouver per visitare la pista dei Giochi. Imparerò a memoria il tracciato e comincerò a scegliere i materiali giusti». Come prepara una gara? «Il giorno prima di una competizione chiudo i rapporti con il mondo esterno, mi isolo. Poi faccio un training per imparare a memoria le traiettorie. In una fase successiva risalgo a piedi la pista, dall'arrivo alla partenza, per controllare lo stato del ghiaccio e immaginare il settaggio dello slittino. Poi do indicazioni al tecnico sull'inclinazione delle lame e sui materiali. Infine, la sera prima della gara, faccio ricontrollare le lame dello slittino poiché l'acciaio deve essere sempre tenuto liscio, anche da fermo si può rovinare». Vancouver 2010 sarà il suo ultimo traguardo? «Beh, non posso dirlo così presto. Intanto vediamo come vanno le Olimpiadi invernali del 2010. Poi ci saranno i Mondiali del 2011, che verranno disputati proprio in Italia, a Cesana, e sarebbe un peccato non parteciparvi: direi che almeno fino al 2011 ci sarò».

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