La Consob stoppa Lotito

Un pezzo importante di società, in altri termini, sarebbe stato comprato da un soggetto (Mezzaroma appunto) per conto di un altro (Lotito). Un comportamento non corretto perché il pacchetto di azioni, aggiunto alla quota che in quel momento (giugno 2005) Lotito possedeva, superava il 30% del capitale. Il limite che, secondo le norme, se oltrepassato, obbliga il proprietario a lanciare l'Opa obbligatoria, e cioè l'acquisto di tutte le azioni in circolazione sul mercato. Uno sforzo finanziario rilevante, dunque, che Lotito avrebbe evitato attraverso il patto parasociale (un accordo tra i possessori di diversi pacchetti azionari) rimasto occulto invece di essere reso palese al mercato. La Consob ha deliberato una serie di sanzioni. Una delle quali è quella che di fatto «sterilizza» i diritti di voto dell'intera partecipazione di Lotito nella Lazio. Insomma pur essendo proprietario di una buona parte della società il presidente biancoceleste non avrebbe più i poteri che gli derivano dalla quota. «Per acquisire il diritto di voto, Claudio Lotito dovrà alienare il 14,48% del capitale della Lazio, cioè la quota ai tempi del patto parasociale accertato eccedente il 30% del capitale» ammonisce Consob. Tutto, in ogni caso, resta in stallo perché contro la delibera è possibile il ricorso al Tar entro 60 giorni. Nel campo delle ipotesi ci sarebbe poi anche una possibile azione da parte degli azionisti di minoranza per l'annullamento delle delibere prese dall'assemblea dei soci a partire dal 2005. Il titolo intanto ha preso il volo in Borsa con un rialzo del 13,21% a 0,3 euro. Alcuni operatori scommettono su novità nell'azionariato. Per altri, invece, gli scambi piuttosto sottili, sarebbero il segnale che, almeno nel breve termine, poco potrebbe cambiare in casa Lazio.