Simone Vitta Bella, cattiva e compatta come poche ...

La FV2 è questo e molto di più, è una moto che, al di la delle esagerazioni tipiche delle show bike, incorpora tutte quelle cosette che tra qualche anno considereremo normali per una moto. Non voli pindarici, ma soluzioni tecniche a cui tutti stanno già lavorando da tempo e che sono prossime all'entrata in commercio. Una valida scusa per analizzare come potrebbero essere le moto che guideremo domani. Le grosse strutture attuali (telai di alluminio o a traliccio) la vanno ancora per la maggiore, ma se si vuole scendere con i pesi occorre ridurre sempre più la loro presenza sfruttando la rigidezza dei carter per avere motori portanti che concorrono alla rigidezza della ciclistica. La FV2 riduce all'osso il telaio, utilizzando una struttura portante in carbonio che incorpora la cassa filtro e fa scendere il peso a 160 kg. L'elettronica ormai la fa da padrone dappertutto ed è pronta ad arrivare anche nella gestione delle sospensioni (anzi BMW con L'ESA ha già un sistema di regolazione), ma si farà ancora più "invasiva" con controlli che andranno oltre le semplici regolazioni del pilota ma gestiranno in modo automatico assetto e regolazioni in modo autoadattivo capendo il tipo di strada e di guida. Il quadrilatero deformabile utilizzato dalla FV2 è uno dei tanti sistemi alternativi alla forcella, che nonostante tutti i problemi causati dal fatto che non separa la funzione sterzante da quella ammortizzante è ancora in auge e sembra difficilmente scalzabile, almeno nel breve periodo. Motore bicilindrico a V di 90° della FV2 tocca quota 1.200 cc e anticipa quelli che saranno i motori delle nuove Aprilia. La tecnologia del Ride By Wire in questo momento si può considerare allo stato preistorico, ma ogni giorno che passa arrivano mappature sempre più precise sempre più avanzate, le sue possibilità sono davvero infinite. Ergo, il futuro è per forza qui, anche per una gestione ottimale delle emissioni inquinanti. Sarà possibile gestire limitatore, e controllo di trazione e il sistema potrebbe lavorare in sintonia con le sospensioni elettroniche e l'ABS. È sempre più un terminale che oltre a fornire le normali indicazioni offre anche la possibilità di diagnostica o di acquisizione dati, logico che si vada avanti verso una maggiore sofisticazione, già si parla di GPS integrati e connessioni a reti GSM a cui collegarsi tramite il casco bluetooth. Scienza, più che fantascienza, visto che la maggior parte di queste tecnologie sono già alla portata di tutti. Un vero peccato che le moto del futuro non possano avere uno scarico come questa FV2, per quello mettiamoci l'anima in pace e continuiamo a sognare.