Fabrizio Fabbri La notizia, con la ...
Questo nonostante all'inizio dell'ultima frazione, trascinata da Hawkins, Roma avesse addirittura toccato il +17 (71-54). È bastato però che la Legea cambiasse schieramento in difesa, passando a zona, e la luce s'è spenta. Tanto da far arrivare i campani addirittura a -4 (77-73) con 50" da giocare. Ma la classe dei suoi uomini migliori alla fine ha fatto la differenza. Questa volta il turn over di Repesa è stato obbligato visto che nella mattinata Allan Ray è stato colto da un virus influenzale che lo ha messo ko. L'onda lunga della difficile serata accusata contro il Roanne ha tracimato fino alla sfida contro la squadra allenata da Calvani, alla ricerca di una vittoria che scuotesse un elettroencefalogramma vicino all'essere piatto. La giusta aggressività difensiva, almeno in avvio, l'ha mostrata solamente Hawkins che non ci ha messo molto a prendere le misure al temuto Hatten. Ma gli altri non lo hanno seguito e così i campani hanno preso coraggio chiudendo a contatto la prima frazione (21-20). Iniziato il secondo periodo Killingsworth e Da Tome hanno fatto la voce grossa e la Legea è volata sul +6 (21-27). Repesa con un time-out ha strigliato la squadra che ha raccolto il messaggio aumentando l'intensità in difesa. È stato ancora Hawkins a dare il buon esempio, ma questa volta a lui si sono uniti i giochi a due costruiti come il manuale del basket insegna dalla coppia Ukic-Lorbek. L'intesa croato-slovena è stata la chiave per uscire dalle ambasce e toccare il massimo vantaggio, 44-34, che grazie a Da Tome la Legea ha ridotto a -7 (48-41) alla sirena di metà contesa. Poi tutto è sembrato scivolare via come giusto che fosse per i valori in campo. Anche Gagaloudis s'è ritagliato un momento di gloria, mentre De La Fuente s'è vestito da mister-praticità. Poi la freddezza di Stefansson e l'urlo liberatorio. Ora si punta a Bologna per la Coppa Italia. Con qualche dubbio in più.