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Domenico Latagliata TORINO Finisce ...

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«Prima della partita ero biondo, poi i tanti spaventi presi me li hanno fatti diventare neri», ha scherzato alla fine il numero 12 juventino. Oddio: un paio di volte pure lui non è stato perfetto, però su un tap-in di Canini - già sull'1-1, quando si marciava verso la fine del match - ha prima chiuso al meglio lo specchio della porta e poi acchiappato il pallone appena prima che lo stesso oltrepassasse la linea di porta. Insomma: la Juve non ha di che lamentarsi e, anzi, si è anche trovata a inseguire il gol segnato da Bianco dopo una manciata di minuti della ripresa. Fortunatamente per i padroni di casa ci ha pensato Nedved, appena un minuto dopo, a riportare il risultato in parità. A quel punto c'era da pensare che la Signora avrebbe fatto un solo boccone della squadra di Ballardini: come non detto, appunto. E se al centro dell'attacco dei rossoblu ci fosse stato qualcuno di più sveglio di Larrivey e Acquafresca... Del resto, già la Juve del primo tempo era stata moscia come un budino. Approssimativa in difesa e priva di idee in mezzo al campo, dove Tiago (poi sostituito dal neo acquisto Sissoko) sprecava ancora una volta la possibilità di mettersi in mostra. Storari si immolava un paio di volte su Trezeguet e Palladino (rischiando poi di beccare gol calciando un rinvio sul fondoschiena di Del Piero), ma anche Belardi aveva da fare prima su Foggia e poi sullo sciagurato Larrivey, che appena prima di metà gara si trovava a tu per tu con il portiere bianconero, ma gli calciava addosso. L'unica nota positiva arrivava da Siena, dove la Roma perdeva 2-0 concedendo alla Juve la teorica possibilità di avvicinarsi al secondo posto. Peccato che, anche dopo il fischio finale, il terreno recuperato nei confronti dei giallorossi sia stato minimo.

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